Ognuno fa uscire da sé ciò che ha dentro di sé

XXII domenica del tempo ordinario

29 agosto 2021

 

  • Prima lettura: Dt 4, 1-2. 6-8
  • Salmo: 14
  • Seconda lettura: Gc 1, 17-27
  • Vangelo: Mc 7, 1-23

 

Farisei e soprattutto scribi sono persone intelligenti: erano già venuti da Gerusalemme (Mc 3) da Gesù e non potendo negare che Gesù guarisce (lo fa!; è sotto gli occhi di tutti!; tutti lo vedono!) dissero: “Sì, lo fa ma in nome di Beelzebul (divinità demoniaca fenicia), il capo dei demoni”. E Gesù risponderà che tutti i peccati sono perdonabili ma non quello contro lo Spirito Santo. Cioè? E’ il peccato di “cambiare il bene in male e il male in bene” per difendere i propri interessi (cosa che facevano gli scribi).

Adesso farisei e scribi ritornano e pongono un altro problema molto ridicolo: ma è ridicolo per chi è libero perché per chi è soggiogato dalla paura di Dio non lo è affatto! Non pongono domande sull’uomo, sull’amore vero, sulla libertà. Ma chiedono regolette banali: “Si può mangiare prima di andare all’eucarestia? E se ho fatto un peccato? E se baglio paramento? E se ho già fatto la Comunione?”.

7,1Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.

  • ALLORA SI RIUNIRONO=sin-ago (da cui anche sinagoga)=riunirsi. Si riuniscono proprio per ciò che succede prima: Gesù predica, guarisce e ha successo (mentre loro no!) e cercano motivi per screditarlo, per condannarlo, per metterlo in cattiva luce. Il loro riunirsi è molto ben motivato!

Qual è in sostanza la loro motivazione?: “Tu non fai come fanno tutti; tu non fai come dicono le regole; tu non fai come facciamo noi; tu non rispetti la tradizione”.

  • I FARISEI=lett. “separato”. I farisei si separavano dalla gente per raggiungere Dio con un sistema di vita complicatissimo. Osservavano ben 613 precetti nella vita normale che li rendeva distanti dalla gente. Pensavano di incontrare Dio separandosi dalla gente, in realtà, si separavano da Dio.

Prima di questo vangelo Gesù si è preso cura del bisogno delle persone con la condivisione dei pani (Mc 6,30-44). Ogniqualvolta che Gesù libera le persone, che si prende cura dei bisogni delle persone, i farisei scattano subito. Perché? Sono in allarme perché nonostante tutta la loro campagna contro Gesù, Gesù ha un seguito incredibile di gente.

  • ALCUNI SCRIBI=gli scribi, invece, erano la Santa Sede del tempo. Scribi non vuol dire coloro che scrivono ma erano ma il magistero infallibile, infatti, erano teologi ordinati (passavano tutta la vita solamente per lo studio della Bibbia e venivano ordinati a 40 anni), la cui parola aveva lo stesso valore della parola di Dio, quindi gente importante. L’importanza dello scriba era più di quella del re e di quella del sommo sacerdote; tra l’opinione dello scriba e la Bibbia, aveva maggior credito lo scriba!
  • VENUTI DA GERUSALEMME=Mc, ci dice che questi qui non sono mica scribi di quarta serie, ma di prima classe, addirittura da Gerusalemme.

2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate

  • AVENDO VISTO CHE… MANI IMPURE=è un grande problema! A volte, le grandi questioni religiose sono davvero ridicole, solo che se ne accorge soltanto chi sta al di fuori della religione.

Qual è il problema? I discepoli di Gesù prendono il pane senza lavarsi le mani: non è una questione igienica ma un rituale ben preciso che veniva severamente punito se non effettuato.

Il rituale era ben preciso e prevedeva quanta acqua utilizzare (86 cl); non doveva essere utilizzata per altri scopi; la quantità precisa per braccio; l’acqua dev’essere versata dalla stessa persona (non è che uno andava alla sorgente e si lavava: no!); non ci dovevano esser anelli od oggetti vari; l’acqua doveva scendere fino al gomito; l’anfora ha due manici così posso lavarmi l’altra mano utilizzando il manico non toccato prima con la mano “impura”; bisognava pronunciare una benedizione: “Benedetto colui che ci ha santificato con i suoi precetti e ci ha comandato l’abluzione delle mani”, ecc. Questo rito era talmente importante che per la sua pubblica e ostentata trasgressione era prevista nientemeno che la pena di morte.

Lavarsi le mani prima di mangiare è una cosa buona, lo facciamo anche noi. Ma capite che qui si parla di tutt’altro! Perché i discepoli di Gesù non si lavavano le mani? Perché Gesù li ha contaminati con la sua libertà: “Non è questa l’impurità. L’impurità o ce l’hai dentro o non c’è!”.

Questa cosa a noi sembra di poca importanza ma non lo è! Quando Gesù distribuisce il pane (nella condivisione-moltiplicazione dei pani) non chiede alla folla di purificarsi. Purificarsi avrebbe voluto dire: “Dio viene da te se tu sei puro”. Ma è il contrario: è quel pane, è Dio, che fa pure le persone. Quindi non è la dignità che permette la Comunione ma la Comunione che ti restituisce la dignità.

Ciò che succede ci fa pensare ai nostri riti: i nostri riti sono in funzione della vita (la fanno esprimere, esaltare, vivere di più) o è la vita in funzione dei riti (il rito ingabbia la vita)?

Nel 1917, mentre scoppia la rivoluzione russa, la Chiesa Russa Ortodossa era riunita in concilio e vi era un’appassionata discussione sul colore della cotta da indossare durante le funzioni liturgiche. Alcuni insistevano con veemenza che doveva essere bianca, altri purpurea.

Nerone strimpellava finché Roma era in fiamme.

Se la liturgia è evasione dalla realtà e dalla vita non è incontro con il Dio della Vita (20,31). Per questo le liturgie ci devono emozionare, far ridere e far piangere, far incontrare i nostri fantasmi e i nostri mostri, le nostre risorse e le nostre potenzialità, la nostra anima e l’Infinito che ci abita dentro. Le nostre liturgie non ci devono parlare di Dio, ma ce lo devono far sentire, toccare, sperimentare. E noi dobbiamo lasciarci coinvolgere, toccare, perché se non ci si coinvolge non succede niente.

I canti, la partecipazione, i gesti, le letture, tutto è un segno efficace se ci fa toccare Dio. Perché se ciò che si fa è liturgico (secondo le norme cioè della liturgia) ma non ci fa sentire, toccare Dio, non ce lo porta nel nostro cuore e nella nostra vita, è assolutamente inutile.

Durante la preghiera mattutina un angelo apparve a cinque rabbini e disse: “Oggi vedrete il Messia!”. Era sera e il sole come una palla di fuoco rosso scendeva nella calda Palestina.

Il 1° era un razionale: E tutto un inganno, è tutta una produzione della mente, ci siamo creati tutto noi. In realtà non c’è niente da vedere”.

Il 2° era una iena, pieno di rabbia: Quellangelo maledetto, mi aveva promesso che lAvrei visto!.

Il 3° era un rassegnato: Dio non si può vedere. Dio nessuno l’ha mai visto, perché dovrei vederlo io?”.

Il 4° era un ossessivo: Sto guardando tutti i volti per vederlo, ma non lho ancora visto. Ma lo troverò, dovessi trovarlo fra centanni, lo troverò!.

Il 5° di ritorno dal lavoro, si sedette lungo la strada e guardò con meraviglia e stupore la discesa del sole, lintensità dei colori; si lasciò riempire dal silenzio e dai lievi rumori attorno; sentì che quel sole cera fuori e cera dentro di lui; si sentì terribilmente felice, immerso nel creato e al centro dell’universo e disse: “E’ vero, oggi ho visto Dio”.

3– i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi

  • NON MANGIANO SE NON SI SONO LAVATI ACCURATAMENTE…=caratteristica del mondo ebraico era di considerare impuro tutto quello che era esterno all’uomo: tutto quello che è al di fuori dell’uomo è impuro. Per questo prima di toccarlo, prima di mangiarlo, ci servivano dei rituali ben precisi.
  • ATTENENDOSI ALLA TRADIZIONE DEGLI ANTICHI=gli ebrei credevano che sul monte Sinai Dio avesse consegnato a Mosè sia la legge (la Torah sono i primi 5 libri della Bibbia) e quindi una legge scritta sia il modo per mettere in pratica queste leggi, una tradizione orale, che verrà messa per iscritto solamente più tardi, il Talmud (che significa insegnamento). Quindi queste due leggi, la Torah e il Talmud per i farisei e gli scribi avevano lo stesso valore.

4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –,

  • MOLTE ALTRE COSE COME LAVATURE=perché avevano tutte queste regole? Perché erano ossessionati che qualcosa di impuro potesse entrare dentro di loro.

Un residuo c’è rimasto pure a noi nelle famosa espressione “le pulizie di Pasqua”! Infatti per Pasqua non ci doveva essere neanche un millimetro di qualcosa di lievitato in casa e tutto doveva essere assolutamente lavato perché se c’era qualcosa di impuro la Pasqua non poteva essere celebrata.

Tant’è vero che ancora oggi, poiché eliminare tutto (e qui si intende tutto!) il vecchio, anche la più minima briciola, è un lavoraccio, cosa fanno gli ebrei? Fanno una compravendita momentanea delle stoviglie della casa per una settimana (c’è proprio un foglio per questo; basta andare ad esempio nella sinagoga di Roma e lo si trova!): così se è rimasto qualcosa, visto che loro non erano proprietari, non è responsabilità loro!

Tra laltro, queste regole sul lavaggio delle mani non si trovano nella Bibbia! Nella Bibbia non c’è scritto: “Guai a chi non si lava le mani!”. Anche noi a volte abbiamo passato per fede delle regole che non ci sono scritte nel vangelo. Purtroppo nella Bibbia ci sono altre regole terribili che Gesù, in questo brano, elimina: “Sono tutte invenzioni della religione non regole di Dio”.

Ad esempio in Lv 12, 1-8: “Quando una donna sarà rimasta incinta, partorirà un maschio, sarà impura per sette giorni, sarà impura come nei giorni del suo ciclo mestruale, l’ottavo giorno il bambino sarà circonciso, la donna poi resterà ancora 33 giorni a purificarsi del suo sangue… ma se partorisce una bambina, sarà impura due settimane, e resterà 66 giorni a purificarsi del suo sangue”. Ma, se uno ci pensa bene, Dio ha creato una cosa così meravigliosa come la vita: è possibile che tale meraviglia, che tale creazione, sia impura? Eppure le nostre nonne non potevano tornare in chiesa se non erano purificate!

5quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

  • PERCHE’ I TUOI DISCEPOLI...:=perché non fanno quello che noi comandiamo e che tutti fanno? La loro regola era: “Se tu mangi con mani impure diventi impuro”. Non seguire la tradizione degli antichi equivale per gli scribi e i farisei trasgredire la volontà di Dio.

6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.

  • BENE HA PROFETATO ISAIA DI VOI=di certo qui Gesù non è molto diplomatico! Gesù, qui, “va giù dritto!”. Cosa aveva detto Is 29,13: “Questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora co labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi umani…”. Lo diceva già Isaia: “Ma come fatto ad inventarvi queste fesserie e poi dire che è Dio che le vuole?”.
  • IPOCRITI=il termine adoperato dall’evangelista è ipocrita che prima del vangelo non aveva questa connotazione morale che poi assumerà.

Lipocrita era l’attore di teatro, era quello che recitava a quell’epoca nel teatro. Gli attori non recitavano con il proprio volto, ma avevano una maschera fissa di fronte al volto. Allora l’ipocrita era il teatrante, il commediante, quello che mostra un volto che non è suo, degli abiti che non sono suoi e delle parole che non sono le sue, ma sono quelle scritte da un altro.

Qual è l’accusa di Gesù, quindi? Siete dei teatranti!

  • IL SUO CUORE È LONTANO DA ME=il cuore nel mondo ebraico non è la nostra sede degli affetti ma è la nostra coscienza. Quindi tutto il vostro zelo, tutti i vostri riti sono soltanto parole delle labbra ma il vostro cuore è lontano da me, cioè la vostra mente è lontana da me.

7Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.

  • PRECETTI DI UOMINI=“Ma che tradizione o volontà di Dio o dei padri o degli antichi! Sono invenzioni, fesserie, degli uomini, che non corrispondono alla volontà di Dio, anzi, la falsificano!”. Sono culti, precetti, regole, osservanze, che Dio non vuole, che non richiede che spesso aborrisce. Vengono passati come volontà di Dio ma non lo sono affatto: sono volontà degli uomini!

 

Cosa dirà San Paolo, lui che era un fariseo che rispettava tutte queste regole e che poi si è convertito al Cristo: “Nessuno dunque vi condanni più in fatto di cibo o di bevanda, o riguardo a feste, a noviluni e a sabati… se pertanto siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché lasciarvi imporre, come se viveste ancora nel mondo, dei precetti quali: “Non prendere, non gustare, non toccare”? Tutte queste cose sono destinate a scomparire con l’uso: sono infatti prescrizioni e insegnamenti di uomini” (Col 2,18-22).

Tutte queste prescrizioni, regole, San Paolo le considererà skibala, cioè spazzatura, che servono solamente ad alimentare l’orgoglio degli uomini: “Guarda, come sono bravo!”.

Allora la domanda è sempre legittima in ogni tempo: “Ma questa regola religiosa viene da Dio o dagli uomini?”. E come si fa a distinguere la cosa? Il criterio rimane sempre quello: quello che viene da Dio fa sempre bene all’uomo, aiuta la sua espressione, la sua pienezza di vita, la sua crescita umana, psicologica e spirituale. Inoltre, non viene mai im-posto ma pro-posto. Se una regola non ti aiuta ad essere più libero, più capace di amare, non ti aiuta ad esprimerti e ad essere di più non viene da Dio.

8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».

  • TRASCURANDO IL COMANDAMENTO DI DIO=qual è “il”, l’unico, comandamento di Dio, che Gesù ci ha dato: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35).

La persona religiosa dice: “La preghiera, le devozioni, i riti e le liturgie”.

Gesù dice: “Se non ami, se non c’è amore, tutto è niente. Se la tua preghiera non ti aiuta ad amore di più, se i tuoi riti non ti aiutano ad essere più compassionevole, se la tua liturgia non ti aiuta a vivere nel perdono e non nel rancore e nel giudizio allora è tutto niente!”.

L’accusa è tremenda perché questa è l’elite religiosa (il Papa, i Vescovi, di oggi): tutta “la vostra religione” è atea, cioè, senza Dio! Figuratevi la loro reazione!

9E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione.

  • SIETE VERAMENTE ABILI NEL…=cosa fate? Deformate i comandamenti di Dio e chiamate “Dio” ciò che è vostro. Siete, quindi, idolatri, cioè vi siete messi al posto di Dio.

10Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte.

Gesù adesso fa un esempio del modo truffaldino che avevano per raggirare i Comandamenti. Qui Gesù cita un unico comandamento: l’amore per i genitori (comando che in quella cultura era molto importante).

  • ONORA TUO PADRE E TUA MADRE; CHI MALEDICE…=a quell’epoca non esistevano certo le pensioni per cui i genitori anziani erano a carico del figlio maschio primogenito che doveva mantenerli in maniera dignitosa. Mantenerli in maniera dignitosa significava onorare il padre e la madre, mentre farli stare nell’indigenza equivaleva a disonorarli. Allora c’era voluto questo comandamento che imponesse ai figli di mantenere i propri genitori (il che vuol dire che spesso non capitava così!).

Dice sempre il talmud: in che consiste l’onore al padre? Nel nutrirlo e nel vestirlo. Onorare il padre e la madre, quindi, non significa non disubbidire ai genitori!

  • SIA MESSO A MORTE=tutti i Comandamenti “presunti di Dio” sono delle imposizioni con punizione (messo a morte).

11Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, 12non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre.

  • CIO’ CHE DOVREI AIUTARTI E’ KORBAN…=mantenere i genitori anziani era un costo (soprattutto se non si decidevano a morire!).

Allora cosa avevano inventato i religiosi? Korban è un’offerta sacra (un dono votivo di oggi), era una formula per donare al tempio dei beni che erano in uso alle persone. Allora: i figli andavano dai religiosi del tempio dicevano korban ad alcuni beni, cioè facevano una piccolo offerta al tempio, ed erano esentati dal mantenere i propri genitori. Così Dio era felice e rispettato; i religiosi pure; i figli pure; i genitori morivano di fame: tutto in nome di Dio!

Gesù dirà: “Amatevi come io vi ho amati (genitori, amici, estranei)”: se c’è nel cuore di un uomo quest’amore non si pongono certe questioni!

13Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

  • E DI COSE COSI’ NE FATE MOLTE=ad esempio in Lv 11 c’è una lista interminabile di animali impuri. Uno dice: “Beh, era per motivi igienici”. “No”. “Era così perché lo diceva la legge e basta!”. Ad esempio: gli insetti a due gambe sì quelli a quattro gambe no. Perché? Perché di no (lo dice la legge)!

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». 16(“Se qualcuno ha orecchi per intendere, intenda”).

  • NON C’E’ NULLA FUORI DELL’UOMOCHE ENTRANDO IN LUI POSSA RENDERLO IMPURO… LE COSE CHE ESCONO DALL’UOMO A RENDERLO IMPURO= le cose non sono impure, sporche.

Il mondo è buono, l’uomo e la donna sono cose buone e belle. L’affettività, la sessualità, la creatività, la libertà, la musica, il ballo, il contatto, ecc sono cose buone! Le cose impure nascono dentro all’uomo non fuori.

Cos’avevano detto farisei e scribi? “Perché i tuoi discepoli mangiano senza essersi lavate le mani” (Mc 7,1-3), cioè: le cose fuori sono sporche, impure, e bisogna purificarsi. Gesù che dice? No, è il contrario! Se tu dentro sei impuro, tutto sarà impuro. Non è un gesto, un contatto, un abbraccio, una parola che è impura di per sé. Lo è se il tuo cuore è impuro; ma se il tuo cuore è impuro tutto è impuro.

Il male, il peccato, il diavolo, quindi non è fuori dell’uomo ma è dentro l’uomo, è quello che nasce dentro di te.

17Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola.

  • LO INTERROGARONO SULLA PARABOLA=ma Gesù non ha detto una parabola!

I discepoli avevano abbandonato la legge orale (Talmud) ma non quella scritta (Torah) e pensano che non si possa sovvertire o trasgredire o mettere in discussione tale legge. Per questo pensano che Gesù parli metaforicamente, come una parabola. Questo ci capire quanto era sconvolgente per gli stessi discepoli l’insegnamento di Gesù!

18E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro,

  • COSI’ NEANCHE VOI SIETE CAPACI DI COMPRENDERE=lett. “ottusi”. La religione, a volte, rende le persone così ottuse che accettano come normali cose che non lo sono. La religione spesso atrofizza il pensare, il ragionare, i punti di vista diversi, intorpidisce la coscienza e l’intelligenza e chiude i sentimenti con il diktat: “Dio vuole così!”. Per cui le persone religiose, a volte, accettano come divine delle cose umanamente inaccettabili.

Cos’era successo? La religione faceva credere che alcuni alimenti, alcune parti del corpo, alcuni cibi, fossero impuri… e tutti le accettavano. Ma non è normale! Ma bastava ragionarci su un po’ per capire l’assurdità della cosa!

19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.

  • NON GLI ENTRA NEL CUORE=il cuore per il mondo ebraico è la nostra mente, la nostra coscienza.
  • NEL VENTRE E NELLA FOGNA=Gesù usa un termine rude (afedron=fogna) per far capire che ciò che mangi non finisce nel tuo cuore ma nella pancia e voi espulso via. Ma non ci vuole tanto da capirlo! Basterebbe ragionarci!
  • COSI’ RENDEVA PURI TUTTI GLI ALIMENTI=quindi Gesù fa qualcosa di ardito perché dice che la Bibbia, Levitico 11, si sbaglia. E per chi contravveniva la Parola di Dio c’era la pena di morte.

Se quello che Gesù dice è vero, quello che Bibbia afferma allora è falso (Levitico). Per questo Gesù deve scappare e rifugiarsi all’estero perché attacca la Bibbia, la Parola di Dio per gli ebrei, il libro del Levitico.

La purità sugli alimenti distingueva il popolo ebraico da tutti gli altri popoli. Cadendo questo tabù adesso il popolo ebraico era uno dei tanti popoli amati da Dio. Ma questo era difficile da digerire, anche sei profeti già l’avevano detto! Quindi la tua comunione con Dio non dipende dal contatto con l’esterno (da chi frequenti; da come vivi; da come ti vesti, ecc) ma da ciò che veramente c’è dentro al tuo cuore.

20E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. 21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.

  • CIO’ CHE ESCE DALL’UOMO E’ QUELLO CHE RENDE IMPURO L’UOMO=il peccato allora non è più trasgredire una legge (“Non sei andato a messa alla domenica; non hai detto le preghiere, ecc) ma il peccato è il cattivo comportamento nei confronti degli altri. Il peccato è la mancanza d’amore (è quando prendi in giro il tuo collega; quando deridi tuo figlio; quando non vuoi vedere il dolore di chi ti è vicino, ecc).
  • DAL DI DENTRO, CIOE’ DAL CUORE=il cuore è la mente, la coscienza. Il peccato nasce lì.
  • PROPOSITI=dialogismoi=indica pensieri, schemi mentali che diventano azioni.

Qui ci sono 12 azioni (il numero 12 è simbolico come le 12 tribù di Israele) dove viene considerato peccato un’azione che tu fai verso qualcuno. Nessuna di queste azioni riguarda la religione, il culto, la liturgia o Dio (“non hai creduto; non hai pregato; non sei andato a messa, ecc”) ma sempre atteggiamenti nei confronti degli altri. Dobbiamo ricordare che questi erano insegnamenti che venivano dati oralmente, per fare ricordare qualcosa, e gli elementi più importanti si mettevano all’inizio e alla fine.

  • IMPURITA’=porneiai=prostituzioni (e non impurità). Il primo è il più importante. Prostituzione è al singolare. Ma qui il sostantivo è al plurale e s’intende vendersi per denaro, per carriera, per ambizione. E’ il vendersi per interesse, per la carriera, per la propria ambizione, per l’immagine, per vanità: è quando non si ha nessuna remora a passare sopra gli altri o sopra l’umano per ottenerne dei vantaggi.
  • FURTI=non significa soltanto sottrarre il portafoglio all’altro, ma, sempre nell’insegnamento di Gesù, se tu hai dei beni e l’altro non li ha e non condividi, tu sei un ladro perché lo privi di ciò di cui lui ha bisogno.
  • AVIDITA’=pleonecziai=significa l’accumulo insaziabile, non essere mai sazi di quello che si ha. E’ la cupidigia, chi vuole sempre di più, a chi non basta mai quello che ha.
  • INVIDIA=lett. è “occhio cattivo”, potremmo tradurre “l’avaro”. L’avaro, nella tradizione, viene sempre disegnato con l’occhio cattivo, perché?  Perché l’avaro è una persona che vive in difesa di quello che ha  e per questo sospetta di tutto e di tutti. Guarda ogni persona con sospetto perché lo vede come un attentato ai beni che ha.  Ecco perché ha l’occhio sospettoso.
  • STOLTEZZA=afrosine=stoltezza o stupidità. E’ strano trovare questo peccato: avete ami trovato uno che si confessi per questo?

Nella tradizione orale ciò che era all’ultimo posto era la cosa più importante. Infatti la stoltezza, nel vangelo, è chi vive per sé, chi accumula e pensa solamente a sé stesso (Lc 12,13-21). E chi vive così sottrae agli altri ciò di cui hanno bisogno.

Nel regno di Dio c’è posto per i signori ma non per i ricchi.

Qual è la differenza tra il ricco e il Signore? Il signore è colui che dà e tutti possiamo essere signori perché tutti quanti possiamo dare, il ricco è colui che ha e trattiene per sé.

Allora nella comunità di Gesù non c’è posto per i ricchi. I ricchi potranno essere persone religiose, persone pie, persone devote, ma non hanno nulla a che fare con un Signore che è amore generoso per gli altri.

23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

  • TUTTE QUESTE COSE VENGONO FUORI DALL’INTERNO=Gesù non minimizza il senso del peccato ma per Gesù il peccato non è la trasgressione di una norma, di una dottrina, di una legge religiosa ma vivere per sé o il non amare.

Quindi con questo vangelo nessuna paura di Dio e delle regole religiose. Perché l’incontro con Gesù rende ognuno di noi ancora più felice di essere nato.

E l’unica cosa che Gesù ci chiede è: “Fa’ che ogni persona che incontri, dopo averti incontrato, sia ancora più felice di essere nata”.

Ciò che Gesù ha detto è così forte che deve scappare in territorio pagano (Mc 8,1), tanto da doversi nascondere (Mc 8,1: “Ed entrato in una casa voleva che nessuno lo sapesse”).

Cosa dice a me questo vangelo?

Nella Lettera a Tito San Paolo dice: “Tutto è puro per i puri; ma per i contaminati e gli infedeli nulla è puro perché sono contaminate la loro mente e la loro coscienza” (Tt 1,15). Più chiaro di così!

Una cosa è pura o impura? Dipende!

Nel vangelo donne equivoche baciano Gesù. Cattivo? Dipende! In quel caso era un gesto d’amore puro.

Viceversa un amico di Gesù, Giuda, lo bacia. Buono? No, proprio per niente. Bacio di un traditore.

Non il gesto ma l’intenzione, la motivazione vera, con cui lo fai che è decisiva. E’ ciò che hai dentro che determina ciò che fai fuori.

Due uomini sono di fronte ad una foresta. Uno: “Quanti soldi con questa legna!”. L’altro: “Che meraviglia!”.

Il mondo è puro o impuro? Sarà secondo il tuo cuore!

Il mondo è infestato di demoni o di amore? Dipende dai tuoi occhi.

Un aiuto ad una persona è puro o impuro? Dipende! Se glielo dai perché “è un incapace” o perché “ti fa pietà” è impuro. Se glielo dai perché senti che ne ha bisogno è puro.

Una preghiera è pura o impura? Dipende! Se pregando ti senti migliore degli altri allora la tua preghiera è impura. Se preghi perché ne hai bisogno, allora, forse, è pura.

Una comunicazione è pura o impura? Dipende! Se parli per avere ragione, per avere conferma delle tue idee, per vincere, allora è impura. Se parli per capire, per capire il punto di vista dell’altro, allora è pura.

Un atto sessuale è puro o impuro? Dipende! Se lo fai pensando ad un altro, a prima, a dopo, o perché “tocca”, forse, è impuro. Se lo fai presente, felice, coinvolto, appassionato, forse, è puro.

La religione è buona o cattiva? Dipende! Se divide in buoni ne cattivi, in quelli che devono andare in paradiso e in altri che devono andare all’inferno, è una religione impura. Se invece cerca di amare, accettare, salvare, capire e aiutare tutti, allora è pura.

I farisei erano perfetti, digiunavano più del necessario e non trasgredivano nessuna regola. Ma la loro purezza era la loro impurità: loro sì che erano bravi e amati da Dio, gli altri no.

Quando entreremo in paradiso, avremo tre sorprese.

1° La prima: dove sono finite tutte quelle facce che credevo santi?

2° La seconda: misericordia! Come sono entrati tanti tipi sospetti?

3° Terza: ci sono anch’io!

A catechismo la catechista chiede: “Chi sono i pagani?”. Una bambina alza la mano e risponde: “I pagani sono gente che non litiga sulla religione”.

  1. Non fermatevi al comportamento: è l’intenzione che fa pura o impura una cosa.

C’è un uomo che dice tre rosari al giorno e va a messa tutti i giorni. E’ sposato, fedele, non alza la voce, presente in parrocchia. Tu lo guardi e dici: “Ma è un santo!”. Forse. Esternamente sì. La sua religione gli serve per sentirsi migliore degli altri, infatti: “I divorziati dovrebbero vergognarsi e neppure dovrebbero entrare in chiesa;          ai genitori che non vanno in chiesa si dovrebbe dare il sacramento ai figli, ecc”. E’ un uomo puro? Fuori sì, ma cosa c’è dentro? Di tutto!

Un turista dice alla guida che gli stava facendo vedere la città: “Puoi essere orgoglioso della tua città. Ci sono tantissime chiese. Qui la gente ama davvero il Signore!”. La guida risponde: “Il Signore lo amano tantissimo ma gli uomini no”.

Quando guardi una persona cosa pensi: “E’ un peccatore!... Si vergogni! ….Non capisce niente!... Non c’è speranza!... Non ce la fa!... Che genitore incapace!...Da uno così cosa puoi pretendere…! Ha sbagliato tutto!...”? Questa è impurità.

Quando guardi una persona cosa pensi: “Quanto ha sofferto! Ognuno fa quello che può con gli strumenti che ha! Speriamo che ce la faccia! E’ stato bravo nella sua situazione. Tifo per lui. Non sono d’accordo ma capisco. Si può sempre cambiare. Lo stimo”? Questa è purezza.

Quando guardi una persona cosa vedi? Solo ciò che non fa? Solo ciò che non ti ha fatto e che doveva fare? Solo ciò che ti ha fatto e non doveva fare? Solo il negativo?

Quando ascolti il tuo cuore cosa senti? Senti rancore? Rabbia? Odio? Dolore? Vendetta? Giudizio? Maledizione? Urla? Dolore? Invidia? Gelosia? Cosa pensi di farne di tutta questa impurità? Il “male” è dentro di te, non fuori di te. Se dentro hai questo cosa pensi che uscirà da te anche se non lo vuoi?

Senti felicità? Vitalità? Voglia di vivere? Entusiasmo? Incoraggiamento per gli altri? Fiducia? Amore per tutto ciò che esiste? Desiderio di spendersi? Voglia di dare gratuitamente? Slanci? Sogni? Se dentro hai questo, cosa pensi che uscirà da te? Sarà pieno di demoni il tuo mondo, se dentro hai questo? Pieno di nemici? Di pericoli?

Quando stai con un amico, che pensieri fai su di lui: “Mi ama? Perché non mi chiama? Se fosse mio amico farebbe di più? Perché non mi vede? Perché non fa questo a me e a gli altri sì”? Lo stai vedendo solamente in funzione tua: forse questa è impurità. Oppure, pensi di lui: “Sento che mi vuole bene. Fa quello che può. Molte mi ha ascoltato. A volte mi chiama quando meno me l’aspetto. So che è buono”. Questa, forse, è purezza.

  1. Il “male” non è fuori: è dentro.

“Io non faccio male a nessuno” diceva la mamma. Un giorno passeggiando con il suo bambino disse: “Per fortuna che tu non sei come quel tuo compagno di classe. Guarda com’è gobbo”. Il bambino sentì e il giorno dopo andò a scuola e iniziò a dire al bambino gobbo: “Gobbo! Gobbo!”. Il bambino gobbo si vergognava di tutto questo e stava zitto. Dopo qualche settimana il bambino prendeva il giro dicendogli: “Adesso vengo lì e ti tocca la gobba. Portafortuna!”. Il bambino si sentiva sempre peggio. Così un giorno si tolse la vita.

Il giorno del funerale la mamma era al funerale: “Ma com’è possibile che accadano certe cose? Che famiglia, che genitori avrà avuto dietro per fare una fine così?”. Il “male” è dentro o fuori?

C’è un uomo che vede demoni a destra e a sinistra. Ogni sei mesi si fa benedire la propria casa per togliersi queste “presenze”. Ma il demonio è fuori o dentro?

Anni fa una ragazza è rimasta incinta. Suo padre sdegnato l’ha cacciata di casa: “Che vergogna! Che disonore! I giovani di oggi sono tutti marci! Tu fai tanto per loro e poi ti ripagano così”. Il male è dentro o è fuori?

Due vicini di casa si sono sempre fatti la guerra per un piccolo pezzo di terreno. Un giorno uno dei due sa che il figlio dell’altro è stato bocciato a scuola. Allora dice: “Ben gli sta! Ognuno ha ciò che si merita”. Il “male” è dentro o fuori?

Il maestro per vedere cosa c’era dentro le persone (e non quello che le persone volevano che gli altri vedessero che ci fosse dentro di loro) faceva sempre questo giochetto.

Ad un certo punto, per un motivo banalissimo (ad esempio uno chiacchierava con il vicino), inveiva contro di lui: “Figlio di puttana, stai zitto!”.

Alcuni, pur non dicendo niente, arrossivano: l’avrebbero ucciso, avessero potuto. Lì c’era l’odio.

Alcuni, delusi, si alzavano e se ne andavano via. Lì c’era pretesa.

Altri reagivano: “Ma chi ti credi di essere? Ma come ti permetti?”. Lì c’era giudizio.

Altri gli dicevano: “E ti definisci un maestro, tu?”. Lì c’era competizione.

Altri ancora: “Tu sarai maestro ma non sei certo meglio di me”. Lì c’era superiorità.

Altri si alzavano e lo insultavano. Lì c’era rabbia.

Qualcuno a volte diceva: “Sono le tue parole. Non mi riguardano”. Lì c’era pace.

Una volta uno si alzò, gli diede la mano e gli disse:

“Ma tu sei un santo. Come fai a saperlo?”. Lì c’era umorismo e accettazione.

Il maestro poi chiedeva scusa e diceva: “Adesso sai cos’hai dentro”.

Perché non può uscire , dice Gesù, ciò che non c’è dentro. Esce solo ciò che c’è dentro. Guarda a come reagisci e capirai cos’hai dentro tu. Per Gesù l’interiorità determina l’esteriorità, così come i frutti dell’albero sono determinati dall’albero. Lc 6,45 dice: “L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”.

 

Pensiero della settimana

Sapere tante cose degli altri e nulla di se stessi, è vera stoltezza.

Conoscere se stessi è vera e unica saggezza.