La sin-energia: Tu in me

Ascensione del Signore

Domenica 13 maggio 2018

Prima lettura: At 1, 1-11      Salmo: 46       Seconda lettura: Ef 4, 1-13  Vangelo: Mc 16, 15-20

 

 

 

Oggi la Chiesa celebra e festeggia l’Ascensione del Signore: Gesù se ne va fisicamente da questa terra. Allora uno si potrebbe sentire solo: “Lui non c’è più!”. Anche gli Apostoli, all’inizio, avevano questa sensazione: “Gesù non c’è più con noi… e adesso?”.

Solo che gli Apostoli scoprirono che Gesù, anche se non c’era più fisicamente, c’era sempre, ma in un altro modo. La sua morte non era una separazione ma una presenza diversa. Non c’era più il corpo ma la sua forza; non potevi più toccarlo fisicamente ma potevi sentirlo forte e chiaro interiormente.

Il vangelo di oggi chiude il vangelo di Mc. In realtà tutti gli esegeti concordano che questo vangelo non sia di Mc. Il vangelo di Mc si chiudeva al versetto 8 ma senza le prove delle apparizioni. Questo destò scandalo nella comunità primitiva per cui negli anni seguenti vennero aggiunti ben tre finali a questo vangelo (quella di oggi è una di queste aggiunte). Quindi il vangelo non è dell’evangelista Mc ma della comunità cristiana.

 

15 E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

ANDATE=La missione dei credenti non è quella di rimanere fermi ma di andare e di andare a predicare la buona notizia.

VANGELO=buona notizia (lett. “evangelo”). Ma qual è questa buona notizia? Dio non è buono, perché uno che è buono può essere anche cattivo. Dio è esclusivamente buono; Dio è amore che chiede di essere solamente accolto e che si offre non in cambio di qualcosa, ma per potenziare la sua esistenza.

OGNI CREATURA=Dio non fa seguaci, credenti: “Convertitevi alla mia religione perché è la migliore”. No, Dio dice: “Io sono venuto per amarti: ti va? Sono venuto per portarti il perdono, la gioia, la vitalità, la forza, il coraggio, la misericordia: vuoi accogliere i miei doni?”. Questi regali, questi doni, sono per ogni uomo e ogni donna e fanno di ognuno, un uomo e una donna migliori.

Dio dice: “Io ti amo in maniera incondizionata. Vuoi accogliere il mio amore che non ti chiede nulla?”. Questo, chiaramente, è per tutti: tutti si devono sentire amati, accolti, accettati, aspettati da Lui.

 

16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.

CREDERE=non significa nel vangelo accettare una dottrina, una verità (“Credo che Dio è Onnipotente, che Gesù è suo Figlio, ecc.”), ma accogliere questa potenza d’amore: “Dio ti ama gratis, così come sei. Ricevi tutta la sua forza e il suo amore”. Chi si lascia amare da Dio diventa potente.

E l’amore ricevuto da Dio diventa poi amore riversato sugli altri. Quindi sappiamo quanto uno è amato da Dio non da cosa dice, ma da quanto ama gli altri.

SARA’ BATTEZZATO=cos’è il battesimo nel vangelo di Mc? Gesù viene battezzato in Mc 1,9-11: lì si aprono i cieli (=la comunicazione con Dio viene ripristinata), lo Spirito discende come una colomba (=l’amor di colomba era un modo per dire “per sempre”, come l’amore della colomba per il suo nido) e una voce: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.

Essere battezzati, allora, non ha nulla a che vedere con il sacramento del Battesimo, o meglio, il sacramento del Battesimo dovrebbe esprimere questa verità. Essere battezzati non è essere iscritti nel registro cristiano come appartenenti alla Chiesa cattolica, ma fare, vivere, l’esperienza di essere amati e di essere i prediletti di Dio.

Una donna ha due figlie: finché giocano una delle due si rompe una gamba. Allora la mamma lascia quella sana dalla vicina di casa e corre al pronto soccorso con la figlia con la gamba rotta. Finché il dottore visita la figlia, la madre dice al dottore: “Mi raccomando, dottore, me la aggiusti bene eh!, perché questa è la mia unica figlia”. La figlia la guarda e le dice: “Ma mamma, e mia sorella?”. E la mamma: “Lei è l’altra figlia unica”.

Un giorno una bambina va dalla mamma e gli dice: “Mamma, chi è Dio?”. La mamma è in difficoltà: come si fa a spiegare chi è Dio ad una bambina? Già a volte abbiamo le idee confuse noi adulti! Allora la mamma le dice: “Vieni qui”. La bambina va dalla mamma e la mamma la prende fra le sue braccia e la abbraccia forte forte. Poi dice alla bimba: “Cosa senti?”. “Sento che mi ami, mamma”. “Questo è Dio”.

Se tu senti quest’amore, se quest’amore ti entra dentro, se ti lasci inondare da quest’amore, cos’accade nella tua vita? Accade che tu diventi potente, forte, coraggioso, hai la Sua Forza in te.

Vi siete mai chiesti perché gli Apostoli (gente ambiziosa a volte vigliacca, arrivista, prima della morte di Gesù) poi andarono in tutto il mondo senza più paura? Perché sentivano l’Amore dentro di loro. Questa era la loro forza.

Vi siete mai chiesti come certi personaggi, Madre Teresa, Francesco, Antonio da Padova, facessero tutto quello che facessero? Si lasciavano amare e la potenza di Dio viveva in loro.

Era il loro segreto: non erano personalità forti o speciali, ma la loro forza e il loro potere era il lasciar vivere, il lasciar sprigionare la Forza di Dio in loro. Per questo erano irresistibili.

Quando vivi così, allora, la tua vita cambia (ecco il battesimo). Il battesimo è il segno di questo cambio: ho incontrato l’amore di Dio, la sua Potenza, io non sono più lo stesso; io non sarò mai più come prima, io sono un uomo diverso. Il Battesimo era il rito che sanciva questo cambio.

Quindi, nessuna imposizione, nessuno sforzo, nessuna necessità esterna: vivi un amore grande e potente e vuoi poi che anche gli altri vivano questo.

CHI NON CREDERA’ SARA’ CONDANNATO=non c’è nessun giudizio di Dio in questa condanna: fai tutto tu! Sei tu che ti condanni, che scegli così!

Chi non crederà (credere=accettare il Suo Amore), cioè, rifiuta l’amore di Dio si condanna.

Ma si condanna a cosa? Qui non c’è nessuna condanna all’inferno o a cose del genere. Si condanna a vivere una vita mediocre, basata solo su di sé, senza quest’energia che ti fa vivere, volare, che ti dà la forza di puntare in alto e di andare al largo, che ti fa sentire unico, speciale e amato in ogni istante di vita. Senza tutto questo vivi nella difensiva, al ribasso, nella paura: sei un’auto senza motore.

Infatti, quelli che credono (Mc 16,17) fanno delle cose incredibili che quelli che non credono non possono fare. Non sono più bravi ma semplicemente possono usare la forza che hanno dentro.

Un uomo ha sessant’anni, vive con i suoi genitori molto anziani, ha sempre vissuto per il lavoro e non ha mai avuto una storia seria e consolidata. Adesso si è innamorato. Se non hai questa forza dentro dici: “Alla mia età! Ormai! Devo cambiare troppe cose! E se non funziona? E lascio i miei genitori?”. Ma se puoi accedere a questa forza, tutto è diverso: “Sì! E perché no!? Troviamo le soluzioni per ogni cosa! Mi fido e ci provo!”. A questo serve la fede, credere!

Un uomo ha tradito la moglie, la quale lo ha buttato fuori di casa. I suoi figli hanno preso le parti della madre e non lo vogliono più vedere. La moglie ha raccontato a tutto il paese quanto è successo e suo marito è diventato il “mostro”. Se non hai la sua forza ti spari un colpo in testa! Se non hai la Sua forza non ti perdoni più, vegeti, ti lasci vivere: “L’ho fatta troppo grossa! Imperdonabile!”. Ma se hai la sua forza allora si può ripartire, allora puoi ritrovare il coraggio di riavere una tua dignità: “Sì, ho sbagliato, ma sono degno di vivere lo stesso”. Perché quando puoi sentire il suo amore per te, nonostante tutto, allora puoi far vivere anche il tuo verso di te.

 

17 Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

SEGNI DI QUELLI CHE CREDONO=questi sono i segni di coloro che credono. Non sono persone con poteri particolari, magici, ma semplicemente persone che possono attingere alla Forza Interiore.

SCACCIARE I DEMONI=nei vangeli i demoni hanno voce. Sono le voci interiori, le regole interne che ci costringono a fare, ad essere e ad agire come noi non vorremmo.

“Così non si fa”. E chi l’ha detto?

“Non deludermi”. E perché no? Non sono mica un tuo dipendente!

“Devi essere una persona perbene”, cioè: “Devi fare ciò che piace a me (genitore, società, ecc)”.

“Devi essere perfetto” (cosa detta), così noi ti accettiamo (cosa non detta).

“Non si può avere tutto dalla vita”, che vuol dire: “Accontentati, adattati, fatti andare bene le cose”.

Scacciare i demoni vuol dire dirgli: “Taci! Zitto! Smettila!” (Mc 4,39).

 

PARLARE LINGUE NUOVE

La gente poiché parla crede di comunicare, di esprimersi. Ma ci sono migliaia di linguaggi! Quali?

Il linguaggio del silenzio: “Ti ascolto”. Faccio silenzio e ti ascolto. Ascolto le tue parole e il tuo cuore. Ascolto la natura, il canto degli uccelli, il mio cuore che batte o il mio respiro.

Il linguaggio degli occhi: “Ci fermiamo e ci guardiamo negli occhi”. Perché gli occhi sono lo specchio dell’anima.

Il linguaggio del corpo: gli abbracci, le carezze, i baci, le coccole, il contatto.

Il linguaggio del cuore: dirsi, esprimere le proprie emozioni, le proprie paure, i propri bisogni e desideri.

Il linguaggio dell’anima: piangere di gioia, commuoversi, stupirsi, meravigliarsi, essere felici.

 

PRENDERE IN MANO I SERPENTI=prendi in mano ciò che ti fa paura (serpente). Il serpente ti fa scappare: Gesù, invece, vuole che affrontiamo ciò che ci fa paura.

Una donna è sempre stata picchiata e svalorizzata da un padre brutale. Adesso anche lei, ogni tanto, scatta e picchia le sue figlie. Si vergogna di parlarne; si sente un mostro; si sente un verme. Prendere in mano i serpenti, è avere il coraggio di parlarne, anche se fa piangere, anche se fa paura, anche se sembra che parlare di questo ci faccia morire.

Un’altra donna si è resa conto che ha sposato suo marito solo per uscire di casa e dalla sua famiglia d’origine. Così, dopo due anni di matrimonio, si è accorta che non è più felice: uscita è uscita… e adesso? Ma ha una paura tremenda a parlarne. Gesù ti dice: “Affronta la situazione!”.

In una famiglia il figlio di otto anni, non si sa perché, all’improvviso, è tornato a farsi la pipì a letto durante la notte. “Passerà! Non è niente!”: prendiamo in mano la questione! C’è qualcosa che non vediamo, sta accadendo qualcosa che non sappiamo, anche se la questione “scotta”, affrontiamola!

 

BERE VELENI NON RECHERA’ LORO DANNO

Di un datore di lavoro alcuni dicono: “E’ troppo buono… lascia troppo spazio… ci vuole più polso”. Altri gli dicono, invece, che è un despota, che fa quello che vuole lui e che è un duro. E’ così!: non si può andare bene a tutti. Ma un po’ di veleno, un po’ di critica, non ci uccide.

Se sei buono ti tirano le pietre; se sei cattivo ti tirano le pietre. Non ci si può proteggere dal giudizio degli altri. Saremo sempre soggetti a giudizio, critica, a osservazione: ma possiamo imparare a disinteressarci e a fare la nostra strada al di là. Anche se è chiaro che a nessuno piace non essere capito; anzi a tutti fa male il veleno della critica. Ma Dio è più forte delle critiche delle persone.

C’è la bellissima storia dell’uomo che con il figlio e il mulo vanno in paese. Partono: il figlio sale sul mulo con il materiale da vendere e il padre va a piedi. Ma per strada alcune persone, vedendo la scena, giudicano: “Che ingrato quel figlio, lui sul mulo e il vecchio padre a piedi”. Così fanno cambio: il padre sul mulo e il figlio a piedi. Ma altre persone lungo la via giudicano: “Che ingrato quel padre, lui sul mulo e il giovane figlio a piedi”. Così entrambi vanno a piedi. Ma altre persone lungo la via giudicano: “Che stupidi, hanno il mulo e vanno a piedi!”. Allora entrambi si siedono sul mulo. Ma non va bene neppure così perché altre persone giudicano pure questo: “Che bastardi: non hanno proprio pietà per il mulo che già è carico e deve portare anche il loro peso”.

Un ragazzo aveva una ragazza: pensavano di sposarsi, poi lei si è messa con un altro. Certo fa male: si era fidato ed è stato ferito. Ma nella vita ci può stare anche questo.

Qualche veleno, qualche delusione, qualche ferita in amore capiterà, ma se sei ancorato nella Vita, la bevi, la mandi giù, ti fa soffrire, ma non ti uccide. Dio è più forte delle ferite d’amore.

 

E QUESTI GUARIRANNO=”e questi avranno bene” (bene=kalos), non “guariranno”. Il Signore non ci dà la capacità di guarire i malati – magari!!! – ma che stiano bene, sì!

Allora Dio non ci dà la capacità di guarire chi sta male ma ci dà la forza e la capacità di donare un affetto, una comprensione, le parole giuste, un’accoglienza, che gli permettono di stare bene, cioè di affrontare con coraggio, serenità e forza ciò che deve affrontare.

 

19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Quando leggiamo il vangelo dobbiamo sempre distinguere quello che l’evangelista dice da come lo dice. Quello che ci dice è la Parola di Dio, ed è sempre valida per sempre. Il come ce lo dice, invece, passa attraverso le abilità letterarie e lo stile dell’epoca, la cultura del tempo, ed è datato in quel tempo. Qui, tutto ciò, si vede benissimo.

COSA DICE? Gesù è Dio.

FU ELEVATO IN CIELO E SEDETTE ALLA DESTRA DI DIO=cosa vuol dire Mc? L’evangelista vuol dire: “Care autorità religiose, quell’uomo che voi avete condannato come eretico, come bestemmiatore, sappiate che era Dio!”. Quindi non era lui che bestemmiava ma siete voi i bestemmiatori che non l’avete conosciuto.

COME LO DICE? Lo dice adoperando gli schemi letterari del tempo.

CIELO=non è l’atmosfera ma il cielo, per gli antichi, è la dimora di Dio, Dio stesso.

SEDERE ALLA DESTRA= a quel tempo accanto al re, alla sua destra, sedeva la persona che deteneva lo stesso potere o un potere molto simile al suo. Quindi Gesù, che siede alla destra, ha lo stesso potere di Dio. Sedere a destra (cfr. Mt 25) vuol dire avere il potere di operare.

 

20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Che l’Ascensione non sia un rimanere da soli, un essere separati da Gesù, questo viene affermato adesso.

PARTIRONO=perché partono solo adesso? Partono solo adesso perché adesso, che è chiaro che Gesù è Dio, è anche chiaro che Gesù è in loro e, quindi, il potere di Dio adesso c’è ed è passato a loro.

E PREDICARONO DAPPERTUTTO=kerisso (ker=cuore) indica un gridare; è qualcosa che vivi dentro e che annunci fuori. La predicazione non è ripetizione ma annuncio: è dire ciò che vivi, ciò che hai sperimentato, ciò che hai dentro, ciò che ti fa vibrare il cuore e l’anima.

Noi pensiamo che quaranta giorni dopo i discepoli siano partiti, abbiano lasciato tutto e se ne siano andati in tutto il mondo. Ma questi “quaranta giorni” sono durati circa vent’anni! Cioè: è stato un processo lungo e doloroso, una trasformazione lenta e graduale.

SIGNORE=non lo chiamano più Gesù ma Signore: hanno capito che in Gesù Dio vive, per questo lo chiamano così, Signore!

AGIVA INSIEME=sin-energia (in greco). L’energia di Dio passa, vive in loro. Gli apostoli sono dei canali, delle vie dell’energia divina.

PAROLA=la parola è la buona notizia, il messaggio che essi portano.

SEGNI=la parola, senza segni che l’accompagnano (amore, coraggio, perdono, condivisione), non è credibile.

 

Fede è sentire che Dio vive e passa attraverso di te. Fede è “toccarlo, viverlo, percepirlo, sentirlo e sentire che agisce attraverso di noi”.

Alexander Lowen racconta che un giorno tentò di spiegare a suo figlio chi fosse Dio. Ma suo figlio lo interruppe e gli disse: “Conosco Dio”. Allora il padre gli disse: “Ma che ne sai tu di Dio?”. Il figlio indicò alcuni fiori e disse: “E’ lì!”. Aveva 6 anni, non aveva forse il concetto di Dio, ma lo sentiva dentro.

Anna, una ragazzina slums, delle baraccopoli, morta ad 8 anni per la caduta di un albero, diceva: “Io conosco Dio, lo vedo tutti i giorni. E’ evidente che il signor Dio può assumere qualsiasi dimensione che gli piaccia, altrimenti non potrebbe sapere come vive una coccinella. O no?”. Non era cristiana, ma conosceva molto bene Dio! E quando la gente le diceva: “Ma perché non vai in chiesa?”. Lei diceva: “Io so che amo il signor Dio perché amo la gente, i gatti, i cani, i ragni, i fiori e le piante”. E quando morì disse: “Scommetto che il signor Dio mi fa entrare nel suo cielo”.

Leonardo Boff un giorno parlava con sua madre, quasi analfabeta, di Dio e, lui teologo famoso, tentava di spiegarle chi è Dio. Lei ad un certo punto lo guarda e gli dice: “Ma senti un po’ Leonardo, tu che sai tutte questo cose su Dio, perché sei sempre così triste se conosci Dio?”. E, Leonardo, si ferma, arrossendo e appunta nel suo diario: “Mia madre che non sapeva neanche scrivere, che non era mai andata a scuola, che sapeva sorridere e che aveva il cuore pieno d’amore, conosceva Dio molto più di me”.

Un giorno vedo un ragazzino fuori dalla chiesa e gli dico (un po’ arrogante): “Che ci fai qui fuori?”. “Non posso andare in chiesa”. “E perché non potresti?”. ”Perché ho litigato con mio fratello e non ho ancora fatto la pace. Gesù non vuole che io vada in chiesa; vuole che vada a far pace con mio fratello”. Quel bambino aveva più fede di me!

Adesso siamo noi i nuovi Gesù. La sua Forza vive in me; il suo coraggio vive in me; la sua Luce vive in me e attraverso di me. Lui, adesso, se opera, opera tramite me.

Durante la guerra il Duomo di Colonia viene bombardato e il Cristo cade e si rompono le mani e i piedi. Allora viene raccolto dalle macerie e il parroco ci mette un cartello: “Dio non ha mani se non che le nostre mani (per fare, costruire, realizzare, cambiare), Dio non ha piedi se non che i nostri piedi (per andare, incontrare), Dio non ha cuore se non che il nostro cuore (per amare questi uomini e questo mondo).

 

Con l’Assunzione Dio non agisce più se non attraverso di noi, solo attraverso di noi. Etty Hillesum nel suo Diario scrive (e scrive da Auschwitz!): “Verrà un giorno in cui non saremo più noi a chiamare in causa le tue responsabilità e a dirti: “Dove sei Dio?”, ma sarai tu a chiamare in causa le nostre responsabilità e a dire: “Dove sei, uomo?”.

Il nostro cristianesimo è ancora troppo bambino: chiediamo tutto a Dio (che faccia, che ci tolga il dolore, che ci cambi la vita, che cambi il mondo e gli altri, che ci mandi il miracolo o quello che ci serve).

Siamo come i bambini che chiedono, chiedono, chiedono tutto alla mamma e al papà. Siccome sono piccoli hanno bisogno (e lo hanno davvero) di ricevere il biberon e la pappa pronta.

Ma adesso siamo grandi e il nostro cristianesimo e la nostra fede deve essere adulta.

Dio c’è? No, se pensiamo che Lui faccia ciò che noi dobbiamo fare le cose al posto nostro. Dio, in questo mondo non interviene più, non scende più. Non possiamo più appellarci a Lui.

Dio c’è? Sì, perché Lui è la forza che c’è in noi, la fiducia e la vita che ci abita, a cui possiamo attingere. Da questo punto di vista Lui è sempre con noi e lavora (sin-energia) con noi e attraverso di noi.

 

 

 

Pensiero della settimana

 

Gesù ti dice:

“Ti amo per come sei.

E ti amo troppo per lasciarti come sei”.

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