Ogni nascita è preceduta da un travaglio

I domenica del tempo di quaresima

Domenica 1 marzo 2020

 

  • Prima lettura: Gen 2, 7-9; 3, 1-7
  • Salmo: Sal 50
  • Seconda lettura: Rm 5, 12-19
  • Vangelo: Mt 4, 1-11

 

1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.

  • ALLORA=questo “allora” pone in continuità questo episodio con quello precedente: il Battesimo. Gesù nel Battesimo viene riconosciuto da Dio come “il Figlio prediletto” (Mt 3,17; versetto precedente).

In Gesù c’è Dio: non solo Gesù è come Dio ma Dio è come Gesù. Cioè: se vuoi vedere Dio guarda a Gesù, a cosa ha fatto, a come ha vissuto, a cosa ha detto.

Questo mette in luce due cose:

  1. Conoscere il vangelo. La nostra fede a volte è fatta di idee, di cose tramandate, sentite dire, ma non si basa sulla conoscenza diretta del vangelo. Ma se un cristiano non conosce il vangelo, non conosce Dio. L’evangelizzazione deve partire dal vangelo.
  2. Che le tentazioni non sono una situazione da evitare ma un passaggio necessario per ogni uomo. Gesù appena uscito dalla pienezza di Dio viene buttato da Dio stesso lì. Bisogna passare per di lì. Bisogna passare perché sono un passaggio evolutivo per la nostra fede. Non sono belle, ma necessarie.
  • NEL DESERTO=perché nel deserto? Cos’era successo al popolo ebreo nel deserto?

Nei quarant’anni di deserto il popolo viene continuamente messo alla prova per vedere se ciò che dice (“Crediamo in Dio”) è vero o no. E il popolo farà esperienza a più riprese di credere in Dio a parole ma non con i fatti.

Gesù è il nuovo popolo, il nuovo Mosè, che va di nuovo nel deserto: per questo ci sta quaranta giorni. Mt di certo non poteva dire che c’era stato quarant’anni, ma è chiaro che i quaranta giorni sono il parallelo dei quarant’anni del popolo nel deserto.

Il popolo ne uscì sconfitto molte volte (vitello d’oro, ecc.): Gesù ne uscirà vincente.

Questo episodio viene messo in tutti i vangeli all’inizio dell’attività pubblica di Gesù, non tanto perché si riferisca ad un determinato periodo storico (quaranta giorni), ma perché riguarda tutta la vita di Gesù. Non è che finiti i quaranta giorni il diavolo se ne sia andato: c’è stato sempre, dall’inizio alla fine. Gesù ha sempre avuto, cioè, la possibilità di fare delle altre scelte.

  • NEL DESERTO=in Mt il diavolo compare solo qui: nonostante ciò che a volte si crede, il diavolo nei Vangeli ha un ruolo estremamente marginale. In Mt c’è solo qui.

2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.

  • DOPO AVER DIGIUNATO=il digiuno di Gesù non è un digiuno religioso (che Gesù non farà mai!) ma è una prova di forza che lo mette alla pari di Mosè. Cos’era successo infatti con Mosè?

Mosè prima di ricevere la legge da Dio sul Sinai, digiunò quaranta giorni e quaranta notti (Es 34,28). Mosè digiuna per ottenere la Legge di Dio. Gesù, invece, digiuna per mostrare che Lui è il Nuovo Mosè.

Mt aggiunge “e quaranta notti”. Sembra un particolare irrilevante ma non lo è. Infatti Mosè digiunò solo quaranta notti perché il digiuno religioso, quello imposto dalla legge, iniziava all’alba e terminava al tramonto.

Per far vedere che Gesù non fa il digiuno religioso, Mt ci aggiunge quaranta notti. Non è, quindi, un digiuno fatto per ottenere dei favori da parte di Dio per chissà quali cose, ma è una prova di forza che lo mette allo stesso livello del grande profeta Mosè.

  • QUARANTA=Perché “quaranta”? I numeri sono sempre simbolici nella Bibbia. Anche noi d’altronde diciamo: “Mangiamo due spaghetti?”; “facciamo quattro passi?”; “s’è rotto in mille pezzi”; “c’erano quattro gatti”. Così, ad esempio, nella Bibbia il numero tre ha valore di completezza: per cui che Gesù sia risorto dopo tre giorni significa completamente. Gesù è completamente, del tutto, ritornato a vivere. Così Pietro rinnega Gesù tre volte: lo rinnega cioè del tutto.

Il numero “quaranta” indica la generazione, la vita di un uomo. Allora Mt dicendo “quaranta” indica tutta la vita di Gesù.

3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane».

  • TENTATORE=il tentatore prima è stato presentato come diavolo. Adesso viene presentato come il “tentatore” (peirazon).

Dove ritroviamo nei vangeli questo termine? “Tentare” o “tentatore”, nei vangeli, sarà un termine che verrà sempre attribuito ai farisei, ai sadducei e ai dottori della legge. E’ un termine tecnico.

Mt sta dicendo allora: “Stai attento: questo diavolo qui non è uno spiritello calato da qualche parte del cielo ma sono delle persone e delle situazioni concrete che ritroverai in tutto il vangelo”. E infatti lo ritroveremo: e in qualche circostanza lo saranno perfino i suoi discepoli quando penseranno e agiranno come i farisei e i dottori della legge.

  • SE SEI FIGLIO DI DIO…=Il testo dice: “Se sei Figlio di Dio…”. Ma il tentatore non ha dubbi su questo: lo sa già (è appena stato rivelato nel Battesimo). Per cui è meglio tradurre: “Giacché sei figlio di Dio”.

E cosa gli propone il tentatore: di trarre vantaggio dalla sua situazione di essere figlio di Dio. “Tu sei figlio di Dio; Dio può tutto; tu puoi trasformare per te queste pietre in pani; fallo”.

Ma Gesù non trasformerà per sé i pani: l’unica volta che lo ha fatto, lo ha fatto per gli altri (Mt 14,13-21). Gesù non trasformerà per sé il pane ma lui stesso si farà Pane per tutti.

Quindi la prima tentazione dice: “Usa per te i tuoi vantaggi. Puoi farlo, è lecito: perché non farlo?”.

Un uomo da tanti anni è sindaco del suo paese: conosce tutte le persone del luogo. Non ha bisogno di fare la fila dal dottore… è il dottore cha va a casa da lui. Se ha bisogno di andare in banca basta una chiamata… e il direttore della banca subito lo richiama. I negozianti lo riempiono di regali, doni, offerte… D’altronde se si può…!

Un uomo ha le conoscenze giuste per cui ogni volta che viene pignorata o svenduta una casa lui lo sa. Lui le case le acquista e poi le rivende, guadagnando fortune: “Ma io non faccio niente di male!”.

Un uomo che lavora in banca, siccome è un’abile comunicatore, riesce a propinare ai suoi clienti ogni tipo di azione… anche quelle spazzatura.

Perché lo puoi fare, è anche lecito? Perché lo fan tutti, è anche lecito?

4 Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

  • NON DI SOLO PANE VIVRA’…=questa frase è tratta da Dt 8,1-6. Cos’era successo? Il popolo ebreo, scappato dall’Egitto, nel deserto aveva fame. Ogni volta che aveva fame si rivolgeva a Dio. Dio, diventava, come il supermercato dei desideri: ho fame e chiedo a Lui. Allora Dio deve ricordare al suo popolo, che Lui sì lo ama, ma che non è il Dio-a-disposizione dei desideri del popolo. Così gli fa provare la fame e poi gli dà la manna “per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore (=”Fidati delle parole della mia bocca, che io, cioè ti accompagnerò”: ma gli ebrei non si fidavano mica tanto)”.

Quindi: Dio non è quella cosa che noi chiamiamo in causa solo quando non sappiamo più cosa fare, quando non abbiamo risposte o quando ne abbiamo bisogno. Dio non è un mago.

Un uomo sta per morire di cancro: “Dio fammi la grazia”. Dio non fa magie: Dio ti dà la forza per affrontare ciò che devi affrontare (e qualche rara volta questo produce miracoli!).

Un ragazzo prima dell’esame: “Signore, ti ho detto tre rosari: fa che l’esame vada bene!”. Dio ti dà la forza di studiare: il resto lo devi fare tu.

5 Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

  • STA SCRITTO INFATTI: AI SUOI ANGELI…=nella prima tentazione Gesù aveva una fiducia totale nel Padre: “Non c’è da affannarsi per il pane, Dio stesso si preoccuperà per cosa mangeremo” (cfr. domenica scorsa; Mt 6,25-34).

Il diavolo prende atto della fiducia di Gesù. Il diavolo, che è un ottimo teologo e che conosce benissimo la Sacra Scrittura (chi erano quelli che conoscevano benissimo la Sacra Scrittura? I farisei, gli scribi e i dottori della legge!) spinge la cosa agli estremi.

Prima tentazione: il diavolo cita la Bibbia; Gesù risponde con la Bibbia; poi il diavolo cita un altro passo della Bibbia (seconda tentazione) e Gesù risponde di nuovo con la Bibbia; e anche nella terza tentazione Gesù ri-cita la Bibbia. Siamo di fronte ad una disputa e la Bibbia è lo strumento, la spada, con cui i due contendenti si sfidano.

Il diavolo, e cita il Sal 91,11-12, in questa seconda tentazione lo porta sul pinnacolo del tempio, cioè sul punto più alto del tempio e gli dice di buttarsi giù. Perché?

Il discorso è molto fine: infatti la tradizione religiosa diceva che quando il Messia sarebbe venuto, sarebbe apparso improvvisamente sul pinnacolo del tempio, cioè con un intervento prodigioso, straordinario da parte di Dio.

Il tentatore non fa altro che dire a Gesù: “Fai quello che la gente si aspetta da te. Non sei il Messia? Allora comportati e mostrati come il Messia. Tutti si aspettano che tu venga in modo prodigioso sul pinnacolo del tempio: fai così. E visto che ci sei e che puoi (sei figlio di Dio!) fatti sostenere dai tuoi angeli così tutti sapranno che tu sei il Messia”.

Se Gesù fosse diventato il Messia che tutti si aspettavano, non sarebbe mai stato il Figlio di Dio.

Sii come tutti ti vogliono: avrai l’approvazione… ma perderai te stesso.

Fai le leggi che la gente vuole: otterrai voti e consenso… ma zittirai la tua coscienza.

Cerca l’approvazione del tuo capo: non avrai problemi… ma avrai perso la tua libertà.

Compiaci i tuoi genitori: ti accetteranno… ma tu rimarrai bambino.

Cercare l’approvazione degli altri, per il vangelo, è demoniaco perché si tratta di rinunciare alla propria missione e alla propria strada.

Sulla croce i sommi sacerdoti, gli scribi, gli anziani e tutto il popolo gli diranno proprio questo: “Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!” (Mt 27,40). Fai qualcosa che tutti vedano chi sei! Ma Gesù non lo farà!

  • STA SCRITTO ANCHE: NON TENTARE…=le tentazioni, come abbiamo visto, sono il raffronto tra Gesù e il popolo ebraico. Cos’era successo? Il popolo, in un luogo che si chiamò proprio per questo Massa e Meriba, protestò contro il Signore perché aveva sete: “Ci hai portati in questo deserto a morire di sete: era meglio rimanere in Egitto, almeno là mangiavamo e bevevamo”. Il popolo si chiese inoltre: “Ma questo Dio è in mezzo a noi o no?” (Es 17,1-7). Mosè invocherà il Signore e battendo il bastone del passaggio del Mar Rosso sulla roccia, Mosè farà scorrere acqua dalla roccia.

Il popolo cioè dubita che Dio sia con lui, dubita che il Signore lo accompagni davvero. In Dt 6,6 infatti si dice: “Non tenterete il Signore vostro Dio come lo tentaste a Massa” (Dt 6,16).

Gesù invece mai per tutta la sua vita dubiterà che Dio sia dalla sua parte.

8 Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9 e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai».

  • MOSTRO’ TUTTI I REGNI DEL MONDO=Intanto è la terza tentazione, quindi potremo dire la madre di tutte le tentazioni (tre=completezza).

Perché il diavolo lo porta su di un “monte altissimo”? I monti sono l’abitazione di Dio. Allora il diavolo portandolo su di un monte altissimo mostra a Gesù il suo potere divino (a quel tempo si credeva che tutti i potenti avessero un potere divino: l’imperatore, il re, il faraone, ecc.).

Nell’A.T. c’è un episodio simile a cui questo vangelo si rifà. Ad un certo punto Dio mostra a Mosè, salito sul monte Nebo, tutto il paese, la terra promessa (Dt 34,1-4).

Il diavolo gli propone un regno da conquistare e da dominare: solo che il regno di Gesù non è questo. Il suo regno è un regno di servizio e d’amore. Non gli altri sono a mio servizio ma io sono a servizio degli altri (Gv 13).

Cosa dicevano i Salmi? “Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai” (Sal 2,8-9).

Il Messia aspettato è un potente che domina, forte e deciso. Gesù, quindi, demolisce in un attimo tutta la tradizione religiosa ebraica di Israele: io non sono così e il Messia non sarà così!

10 Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

  • VATTENE SATANA=Gesù cita le parole conosciutissime che tutti gli ebrei recitavano ogni giorno dello “Shemà Israel”: “Dio non è quello che voi dite che sia Dio. Mio Padre non è così affatto”. Per questo Gesù dice: “Adora il Signore Dio tuo e non altre cose spacciandole poi per Dio”.

11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

  • ANGELI=Gli angeli sono il segno della presenza di Dio: che ci siano gli angeli vuol dire nient’altro che Dio conferma lo stile e il modo di vivere di Gesù. Gesù non è l’uomo dei miracoli, dello straordinario, delle cose eclatanti, ma del servizio umile e attento. In un Gesù così, in Gesù, c’è Dio.

Cosa dice a me questo vangelo? Per ogni nascita c’è sempre un parto, una prova, una porta da superare.

La parola satana in ebraico satan (s-t-n) è sc-tet-nun. Ed è una parola molto indicativa. Infatti:

  • Lo sin indica una immensa riserva d’acqua pronta per esplodere.
  • La tet è sia uno scudo, una barriera, che un serpente (=una prova, un ostacolo).
  • Il nun finale indica la potenza compiuta, realizzata, la pienezza dopo un’apparente iniziale distruzione.

Satana indica, quindi, una prova, un’immensa ricchezza che deve superare uno scudo (ecco il serpente che blocca, che de-via, che s-via) per poter realizzare il suo potenziale.

Per Gesù è chiaro: al Battesimo aveva avuto la rivelazione sul suo essere (“Tu sei il Figlio mio prediletto” Mt 3,17); il satana (la prova) lo mette in dubbio (ma credi proprio di essere suo Figlio?); il deserto e il confronto con satana gli permetterà di fare un salto: dal deserto in poi Gesù infatti non avrà più dubbi e si muoverà pienamente consapevole della propria identità (Figlio di Dio) e del proprio potere. La tentazione quindi è una prova: un passaggio che tu devi fare per compiere un salto di fede ed evolutivo.

Per gli ebrei fu la stessa cosa. Il passaggio era: “Dio è con voi, non temete, Lui vi accompagna”. Ma il popolo non riusciva a compiere il passaggio e sempre metteva in dubbio la cosa: “Ma se è con noi, perché ci succede questo?”. Una volta era la fame, una volta la sete, una volta i nemici, una volta gli animali, ecc. Non riuscivano cioè a fidarsi di Lui; non riuscivano a fare il salto della fiducia. E ci volle quarant’anni perché accadesse!

La tentazione quindi è una prova: un passaggio che tu devi fare per compiere un salto di fede ed evolutivo.

Una insegnante non sopporta un ragazzo di seconda elementare, che a sua volta la provoca sempre. Come lui si avvicina (e lo fa spesso!) lei fisicamente si allontana. La tentazione fa dire all’insegnante: “E’ lui che è una peste”. Eppure questo è un passaggio, una prova… Un giorno decide di abbracciarlo: i primi istanti sono imbarazzanti, ma poi lui si scioglie e lei pure. Da quel giorno non è più passato un giorno in cui non l’abbia abbracciato: il ragazzetto si è tranquillizzato e lei ha imparato una cosa che non sapeva proprio fare (abbracciare).

Oscar Wilde per il fatto di essere omosessuale fu processato e condannato. All’inizio maledisse il carcere ma poi, scrive lui stesso: “Imparai il vero amore. E da allora io non fui più io”. Ecco la prova: un passaggio difficile, doloroso, che se compiuto, fa sprigionare una forza enorme.

Nelson Mandela in carcere ci stette ben 27 anni: una persona normale sarebbe potuta uscire solo piena di rabbia e rancore. Ma quella fu per lui una prova: tutto il suo odio divenne saggezza e compassione. La sua riserva d’amore, attraverso quella prova, esplose.

Ludwing Van Beethoven a 46 anni piomba nella sordità totale. E’ preso dalla massima disperazione. Ma trova la forza di andare avanti; taglia le gambe del pianoforte e ascolta le vibrazioni nel pavimento. Compone, in due anni, la Messa Solenne. Alla fine dello spartito scrive: “Dio è una fortezza incrollabile”. E’ questa prova che gli permette di scoprire la forza incredibile di Dio. Senza questo passaggio, senza questa tentazione, non vi sarebbe mai pervenuto.

Allora mi fermo e sosto su quello che è la questione, il problema, la difficoltà maggiore in questo momento della mia vita e mi chiedo: “Questa situazione, che passaggio mi vuole far fare? Che cosa vuole far nascere di me? Qual è il parto che mi costringe (mi invita) a compiere?”.

Un giorno un cavalluccio marino incontrò un’ostrica: “Ciao, come stai?!”. L’ostrica era sempre chiusa e non si apriva mai con nessuno. “Perché non parli, non vuoi fare amicizia con me?”. “Io sono timida e sono anche molto dura: io non ho e non posso avere amici”. “Ma dai, disse il cavalluccio, rilassati un po’: senti inizio io e ti parlo un po’ di me”. E il cavalluccio iniziò a parlare di sé; ogni tanto anche l’ostrica diceva qualcosa di sé. I due parlarono ore ed ore e più il tempo passava e più l’ostrica si sentiva bene e a suo agio, e più parlava. Ad un certo punto l’ostrica era un fiume in piena, tutta aperta, quando il cavalluccio le disse: “Guarda cos’hai dentro di te!”. “Ma è una perla!”, disse l’ostrica. “Sì, tu sei una perla: ti sei aperta ed è uscita la tua bellezza. Non ne valeva la pena!?”.

 

Pensiero della Settimana

La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca,

che si libra e si rigira nell’aria e scende ondeggiando al suolo.

Ma altri, pochi, sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso

e non c’è vento che li tocchi, hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino.

(Herman Hesse)