Nessuno ha detto che sia facile!

XXXIII domenica del tempo ordinario

Domenica 17 novembre 2019

Prima lettura: Ml 3, 19-20         Salmo: Sal 97         Seconda lettura: 2 Ts 3, 7-12        Vangelo: Lc 21, 5-19

 

 

21,5MENTRE ALCUNI PARLAVANO DEL TEMPIO, CHE ERA ORNATO DI BELLE PIETRE E DI DONI VOTIVI, DISSE:

Il tempio di Gerusalemme, iniziato da Erode il Grande, era una delle magnificenze dell’epoca, uno splendore di ricchezze, di lusso, uno dei posti sacri più belli dell’antichità.

6«VERRANNO GIORNI NEI QUALI, DI QUELLO CHE VEDETE, NON SARÀ LASCIATA PIETRA SU PIETRA CHE NON SARÀ DISTRUTTA».

E’ quello che avverrà nel 70 d.C. dove i Romani distruggeranno completamente il Tempio lasciando solo il famoso Muro del pianto.

A noi sembra un monito negativo, nefasto: “Oddio, che dramma! Il Tempio che viene distrutto”. Ma per Gesù questo è una benedizione: “Finalmente! Per fortuna! Chissà che arrivi presto!”. Perché? Gesù aveva dichiarato il tempio una spelonca di ladri, un tempio dove Dio era diventato una sanguisuga, che anziché comunicare la vita ai suoi fedeli, gliela toglieva (come nell’episodio precedente della vedova che viene dissanguata per mantenere in vita il Dio che la sfrutta).

Dio, nell’Antico Testamento, nella Legge, aveva previsto che con i proventi del tempio si mantenessero proprio le categorie più deboli, rappresentate dalla vedova. Quindi la vedova (Lc 21,1-5), per non morire, avrebbe dovuto essere mantenuta dal tempio. Invece era lei che moriva per mantenere il tempio! L’istituzione religiosa (il Tempio) aveva deturpato, deformato il volto: il Dio del Tempio, invece di dare la vita alle persone, la toglieva. Un Dio che toglie la vita, che parla di sacrificio, di umiliazione, di dissanguarsi, di “morire per gli altri”, ecc, non è il Dio di Gesù.

Quindi qui Gesù dice: “Tranquilli, anche se sembra impossibile, questo Dio del Tempio che sfrutta le persone, che incute paura, verrà distrutto. Lo so che sembra impossibile, vista la forza del Tempio, ma tutto ciò che si oppone all’uomo si oppone a Dio e nel tempo verrà distrutto”. Per questo le parole sono di incoraggiamento per i discepoli: “Tranquilli, questo Falso Dio finirà”.

7GLI DOMANDARONO: «MAESTRO, QUANDO DUNQUE ACCADRANNO QUESTE COSE E QUALE SARÀ IL SEGNO, QUANDO ESSE STARANNO PER ACCADERE?».

Chi lo ascolta non sembra sbalordito ma quasi eccitato da ciò che sente. La loro reazione infatti non denota spavento ma interesse. Perché questa reazione per noi strana?

Per capire questo vangelo bisogna rifarsi alla storia di Israele avvenuta ben sette secoli prima. Infatti Sennacherib, il terribile re di Assiria, dopo aver devastato 46 città d’Israele, cinse d’assedio pure Gerusalemme.

La situazione è questa: Sennacherib ha assediato la città. E’ quindi la notte finale, la notte prima dell’ingresso degli assedianti a Gerusalemme. Tutta Gerusalemme pensa che sia la fine. Ma sorpresa: al mattino gli occupanti non ci sono più. Sennacherib aveva tolto le tende. In 2 Re 19,35: l’azione di Sennacherib venne interpretata come distruzione dell’angelo del Signore che avrebbe colpito 185.000 soldati di Sennacherib.

Forse, in realtà, il re d’Israele Ezechia pagò un forte tributo per salvare Gerusalemme. Questo fatto aveva dato luogo alla certezza, alla speranza, che nel momento di maggior pericolo per Gerusalemme, Dio sarebbe intervenuto. Gerusalemme, si pensava, non sarebbe mai stata fatta cadere nelle mani dei nemici perché Dio stessa l’avrebbe protetta. Perciò il Sal 46,6 dice così: “Dio sta in essa: non potrà vacillare; la soccorrerà Dio prima del mattino”.

Per cui quando Gerusalemme, di nuovo, si fosse trovata in massimo pericolo, Dio sarebbe intervenuto salvandola. Loro pensano, infatti, che nel momento di massimo pericolo, come già era successo, e come erano certi che sarebbe riaccaduto, Dio sarebbe intervenuto a salvare Gerusalemme. Adesso capiamo il perché: quando il tempio sarà per esser distrutto – pensavano – vedremo la Potenza di Dio intervenire. Quindi ben vengano questi giorni!

8RISPOSE: «BADATE DI NON LASCIARVI INGANNARE. MOLTI INFATTI VERRANNO NEL MIO NOME DICENDO: “SONO IO”, E: “IL TEMPO È VICINO”. NON ANDATE DIETRO A LORO!

Qui Gesù, però, delude i suoi discepoli. Gesù, infatti, non è venuto a restaurare, a cambiare, a migliorare il regno di Israele, ma è venuto per abolirlo e instaurare il regno di Dio. Ecco il crollo del primo pilastro: il Dio dell’A.T., della paura e del Tempio.

  • BADATE DI NON LASCIARVI INGANNARE=alcuni quindi speravano (ecco l’inganno) che ci fosse chi potesse “lavare” le macchie e instaurare un “pulito” regno di Israele. Gesù dice: “No, dev’essere eliminato!”. Quindi: “Attenti a non farvi ingannare. Questo modo di vivere Dio porta solo a dominio, sottomissione, ubbidienza e paura”.
  • MOLTI INFATTI VERRANNO NEL MIO NOME DICENDO: “SONO IO”=lett. più che “sono io” è “Io sono” che è il messaggio divino.

Cioè molte persone diranno di essere il Messia, il Dio che deve venire. Cosa succedeva? Che molti dicevano: “Io sono il Messia, il profeta di Dio, venuto ad instaurare il vero regno di Israele”. Di secolo in secolo più volte vari falsi profeti apparvero e ogni volta ci fu un bagno di sangue.

  • IL TEMPO È VICINO=kairos significa l’occasione, un tempo propizio, a differenza di chronos, che è il tempo dell’orologio, del calendario, il tempo che solo passa.

Quindi molti verranno e diranno: “Questa (la mia) è l’occasione, il tempo in cui Dio si manifesterà, distruggerà il falso tempio ed ergerà il vero tempio e la giustizia”. In realtà erano nient’altro che altre forme di potere, di dominio e di ingiustizia.

  • NON ANDATE DIETRO A LORO=Gesù è chiaro: “Non credeteci”. Non ci sarà nessuna cosa che impedirà la catastrofe. Dio non interverrà come voi pensate a proteggervi e a salvarvi. Dio non restaurerà il regno di Israele ma lo demolirà.

Mentre il regno di Israele si basa su Dio, sulla Patria e sulla Famiglia (i tre pilastri sacri di ogni società), il regno di Dio si basa sul Padre, sull’individualità e sulla libertà.

Il regno di Israele diceva: Dio è da temere. Per questo bisognava ubbidire, stare attenti, essere preoccupati di essergli graditi, perché se si arrabbiava, la sua ira si scatenava o ti mandava all’inferno. Il regno di Dio dice: di un Padre così, nessuna paura. E’ Lui che viene a te; è Lui che c’è sempre; è Lui che ti vuole sempre.

Il regno di Israele si basava sulla patria, sul gruppo: prima vengono gli interessi del gruppo, della nazione, della società. Quindi c’è sempre qualcuno che ti comanda, che ti dice cosa fare e tu devi ubbidire ed eseguire. Per questo alcuni sono dominati e sfruttati in nome di chi sta sopra, di presunti “beni” più elevati. Per questo la moglie è comandata dal marito; il marito dai capi; i capi da Dio. Nel regno di Dio, invece, nessuno comanda nessuno. Il regno di Dio è una proposta, un’offerta di libertà che tiene conto che ciascuno è unico, ciascuno è importante, ciascuno è uguale agli altri.

Nel regno di Israele la famiglia, la società, è tutto: i bisogni della famiglia, l’onorabilità, la rispettabilità, l’approvazione sociale, vengono prima di tutto. Prima gli altri (la famiglia) e poi tu (individualità). Nel regno di Dio, invece, vige la libertà: la tua anima, il tuo cuore, la tua vita, è più importante di ciò che la famiglia vuole per te, pensa per te, decide per te.

9QUANDO SENTIRETE DI GUERRE E DI RIVOLUZIONI, NON VI TERRORIZZATE, PERCHÉ PRIMA DEVONO AVVENIRE QUESTE COSE, MA NON È SUBITO LA FINE».

Ecco il crollo del secondo pilastro: la patria. Sì, la patria, il potere dei padri (dominio, obbedienza, potere) deve finire. Il fatto che finisse sembrava un dramma: “No, no, dice Gesù, è una benedizione!”.

  • GUERRE E DI RIVOLUZIONI=era un modo per dire (un linguaggio tipico del tempo: apocalittico) i grandi cambiamenti che si verificano. Cosa dice qui Gesù: “Sì, ci saranno grandi cambiamenti (le guerre e le rivoluzioni sono cambiamenti dolorosi e difficili), a volte dolorosi e difficili”. “Sappiate che non sarà semplice: il regno di Dio verrà ma non sarà una passeggiata”.
  • PERCHÉ PRIMA DEVONO AVVENIRE QUESTE COSE=perché devono avvenire? Perché per abbattere certe modalità così incrostate, radicate, affossate, è necessario delle vere e proprie guerre e rivoluzioni. Infatti, le forze oppositive fanno di tutto per impedirne il cambiamento. Quindi quando vedrete le resistenze, gli scontri, le guerre, le opposizioni, voi saprete che il regno di Dio inizia a prendere piede e che le forze conservatrici (il regno di Israele) si oppongono.
  • Devono=dei in greco, è un termine che indica il dovere divino. E’ così che deve andare; è Dio stesso che vuole così; non ci sono altre possibilità se non che questi passaggi dolorosi e graduali.

10POI DICEVA LORO: «SI SOLLEVERÀ NAZIONE CONTRO NAZIONE E REGNO CONTRO REGNO, 11E VI SARANNO IN DIVERSI LUOGHI TERREMOTI, CARESTIE E PESTILENZE; VI SARANNO ANCHE FATTI TERRIFICANTI E SEGNI GRANDIOSI DAL CIELO.

Qui Gesù adopera il linguaggio tipico dei profeti i quali annunciavano i grandi cambiamenti e sconvolgimenti sociali attraverso le categorie “terremoti, carestie, pestilenze”. Era semplicemente un genere letterario (Apocalittico) che utilizzarono tutti i profeti dell’A.T.: si utilizzavano immagini forti per indicare (più un desiderio che una realtà) grandi cambiamenti nella società.

Siccome le immagini forti colpiscono, i film hanno venduto molto utilizzando queste parole come i segni della fine del mondo, della lotta contro il Tentatore, ecc. Ma in realtà sono tipiche immagini dell’epoca. E’ un modo per dire come ogni novità nella storia provochi: terremoti (=cambiamenti veloci e sconvolgenti rispetto al modo precedente di vivere; indica la rapidità e la violenza di un cambiamento), carestie (=mancanza di cose che prima c’erano), pestilenze (=indica la diffusione della novità).

Pensate al cellulare come ha cambiato la nostra vita. E’ stato un terremoto perché oggi chi si muove senza telefono? Nessuno! E’ stata una carestia perché ci ha tolto la capacità di parlarci a quattr’occhi. Oggi ci si lascia e ci si dicono cose intime, delicate, profonde, via sms. E’ stata una pestilenza perché tutti hanno il cellulare: chi non ce l’ha!

  • SEGNI GRANDIOSI DAL CIELO=dal cielo (e non nel cielo) vuole dire dalla sfera divina. Quindi è inutile cercare “i segni nel cielo”.

12MA PRIMA DI TUTTO QUESTO METTERANNO LE MANI SU DI VOI E VI PERSEGUITERANNO, CONSEGNANDOVI ALLE SINAGOGHE E ALLE PRIGIONI, TRASCINANDOVI DAVANTI A RE E GOVERNATORI, A CAUSA DEL MIO NOME.

Gesù spegne gli entusiasmi dei discepoli: “Che bello! Finalmente il regno di Dio”. Non sarà semplice! Queste persone sono eccitate, galvanizzate, da ciò che deve accadere! Gesù però toglie loro tutta l’eccitazione che hanno. Altro che Dio interverrà: perfino voi sarete presi!

I tre valori sacri di Israele vengono messi in discussione. E questi tre valori sacri erano i tre centri del potere, là dove l’uno si faceva scudo con l’altro. 1) Dio: l’istituzione religiosa domina sulle menti e sui cuori degli uomini. 2) La patria: il re domina sulle persone. 3) La famiglia, là dove il maschio era il capo indiscusso di tutti.

E chi è che li minaccia? Gesù! Per questo “vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno nelle sinagoghe e nelle prigioni”. Sono perseguitati per motivi religiosi. Figuratevi se non vi perseguiteranno! Voi siete la causa della loro fine. E’ ovvio che vi odieranno.

  • METTERANNO LE MANI SU DI VOI=è un’espressione che significa “malmenare, catturare” (At 4,3; Lc 20,19).
  • PERSEGUITARE=inseguire, fugare, correre dietro.
  • CONSEGNANDOVI ALLE SINAGOGHE=persecuzione religiosa.
  • E ALLE PRIGIONI, TRASCINANDOVI DAVANTI A RE E GOVERNATORI=è la persecuzione per motivi civili: “State destabilizzando la società e la cultura!”.
  • A CAUSA DEL MIO NOME=il nome nel mondo ebraico è la persona. Sono perseguitati perché seguono Gesù, perché vivono come Lui, perché credono nel suo Dio. La persecuzione ha come causa Gesù, la visione, il messaggio e l’adesione a Lui.

13AVRETE ALLORA OCCASIONE DI DARE TESTIMONIANZA.

  • OCCASIONE DI DARE TESTIMONIANZA=la persecuzione sarà certo difficile, drammatica, ma sarà un’occasione. L’occasione di testimoniare con la vita la verità del vangelo e che questi valori sacri (patria-famiglia-Dio) sono i nemici degli uomini.

A Dio (nome comune di tutte le religioni) Gesù sostituirà il Padre. Se nel nome di Dio si può uccidere e togliere la vita ad altre persone, nel nome del Padre si può solamente dare la propria.

Alla patria Gesù sostituirà il regno di Dio: non dei limiti, non dei confini, ma un amore universale.

E la famiglia di Gesù non sarà quella formata dal sangue (“Chi è mia madre e i miei fratelli?”) ma dagli stessi vincoli dell’anima e da ideali comuni: la libertà. Per cui la persecuzione darà modo di testimoniare, cioè di far vedere, che quelli che sembravano “amici” sono invece “nemici” dell’umanità.

14METTETEVI DUNQUE IN MENTE DI NON PREPARARE PRIMA LA VOSTRA DIFESA; 15IO VI DARÒ PAROLA E SAPIENZA, COSICCHÉ TUTTI I VOSTRI AVVERSARI NON POTRANNO RESISTERE NÉ CONTROBATTERE.

Quando si vive in sintonia con Gesù si vive e si respira la stessa vita, si assorbe lo stesso linguaggio. Non serve studiare prima o sapere chissà cosa. Si dirà e si testimonierà nient’altro che ciò che si vive.

Lc adopera i termini che poi utilizzerà con l’annuncio del primo martire cristiano (Stefano; è Lc infatti che ci racconta in At 7,55-60 la morte del primo martire Stefano). Infatti proprio lì si dirà che gli avversari non riuscivano a controbattere alla sapienza di Stefano (At 6,10). E Stefano sarà messo a morte proprio perché verrà accusato di aver parlato contro la Legge e contro il Tempio: chi tocca questi valori sacri, muore (At 6,13). Stefano viene assassinato (tra i suo assassini c’è anche Saulo, il futuro S. Paolo!) proprio perché mette in discussione questi valori sacri, che erano intoccabili.

16SARETE TRADITI PERFINO DAI GENITORI, DAI FRATELLI, DAI PARENTI E DAGLI AMICI, E UCCIDERANNO ALCUNI DI VOI; 17SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME.

Ecco il terzo pilastro: la famiglia.

  • SARETE TRADITI PERFINO DAI GENITORI, DAI FRATELLI, DAI PARENTI E DAGLI AMICI=seguire Gesù e rifiutare il primato delle relazioni, delle pretese, delle regole, dei vincoli familiari portava e ha portato sempre nella sequela a fenomeni, anche drammatici, di rinnegamento e di rifiuto. Quando tu, come Gesù, annunci il regno di Dio e quindi annulli il potere di questi poteri (famiglia, Dio, patria), le persone, anche le più vicine, non accetteranno tutto questo.
  • E UCCIDERANNO ALCUNI DI VOI=lo diceva anche la Bibbia (Dt 13) che in caso di idolatria si era autorizzati, e perfino benedetti, ad uccidere i propri famigliari.

Dt 13,7: “Qualora il tuo fratello o il figlio o la figlia o la moglie o l’amico, t’istighi nel segreto dicendo: “Andiamo, serviamo altri dei”, tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa. Anzi lo devi uccidere; la tua sia la prima mano contro di lui per metterlo a morte” (Dt 13,7-10).

L’adesione a Gesù significherà agli occhi della società di Israele un tale sovvertimento, un terremoto così grande, da esser paragonato all’idolatria e annulla perfino i legami più stretti. Per questo si potrà ammazzare anche il proprio famigliare: perché è un’idolatria.

18MA NEMMENO UN CAPELLO DEL VOSTRO CAPO ANDRÀ PERDUTO. 19CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA.

Tutto questo non vuol essere un messaggio di angoscia ma di speranza di fronte alle inevitabili persecuzioni che, come Gesù, sarà per chiunque vive davvero il suo messaggio.

  • MA NEMMENO UN CAPELLO DEL VOSTRO CAPO ANDRÀ PERDUTO=il capello è una parte minima di una persona. Ma niente di noi andrà perduto perché noi siamo importanti.

Mt 10,30 (Lc 12,7): “Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri”. E’ un modo per dire che ciascuno di noi è prezioso per Dio:

  • CON LA VOSTRA PERSEVERANZA SALVERETE LA VOSTRA VITA=psiché=anima, la vita vera, quella capace di resistere alla morte. Cioè: anche se dovessero togliervi la vita, la vita vera, la vita profonda, continuerà per sempre. Siccome Cristo ha vinto la morte fisica, per il vangelo l’unica morte è quella dell’anima. Per cui se si rimane fedeli a Cristo, anche se si muore fisicamente, non si muore mai. E’ questo legame con la vita che ci permette di vivere oggi e domani.

Non è quindi un messaggio di paura ma di speranza: Gesù tenta di sostenere ciò che lui stesso vive e che sa che vivranno gli apostoli e chiunque lo seguirà in ogni giorno della storia. E questo lo si vede bene poco dopo in Lc 21,28: “Quando vedrete accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Tutte queste persecuzioni, questo male che vi si rivolta contro, è una denuncia che voi siete con Gesù a favore degli uomini.

Cosa mi dice questo vangelo? Sviluppa il guerriero che c’è in te.

A volte le persone dicono: “Sì, padre qui è bello, ma lì fuori… nel mondo… nel mondo del lavoro… nella società è difficile”. Ma fu facile per Gesù? Ma chi mai ha detto che “seguire Gesù” sia solamente bello, facile, tutto sorrisi, abbracci e saluti? Ma chi ha mai detto che sarà facile? Ma chi ha mai detto che il vangelo non sia una lotta e un conflitto?

Quando si guarda il vangelo si scopre che Gesù era perseguitato da tutte le parti: gli apostoli lo speravano diverso e la gente comune era divisa tra lo scetticismo, il rifiuto e l’entusiasmo, i ricchi non lo sopportavano, i poveri neanche perché pane e ricchezza materiale non glieli dava, i suoi familiari lo volevano rinchiudere perché “era pazzo” (Mc 3,21), gli scribi e i farisei cercavano in ogni occasione dei motivi plausibili per farlo fuori.

Gesù fu odiato e perseguitato proprio dai suoi familiari e dai religiosi del suo tempo. Nel testo parallelo di Mt 10,16-23 Gesù stesso dice: “Siate prudenti come i serpenti…” e di nuovo: “Guardatevi dagli uomini” (Mt 10,16). Lui, sapeva bene come sono gli uomini, per questo diceva a tutti: “Guardatevi bene dagli uomini”. Perché non sono così puri, limpidi e semplici come a volte pensate. A volte sono falsi, doppi, hanno le maschere, si prendono gioco di voi e ve la faranno pagare.

Molti di noi quando parlano del cristianesimo immaginano il Gesù di Zeffirelli, i tramonti, le stelle, un mondo di pace, di bontà, d’amore, un paradiso terrestre, un mondo materno dove tutti sono buoni. Per molti di noi il modello è il monastero o le comunità degli Atti degli Apostoli dove (così c’è scritto ma così non era) tutti si volevano bene e c’era armonia e pace fra tutti, dove le relazioni erano pacifiche e sciolte, libere, vere e solo gioiose. Ma tutto questo non esiste e non ci sarà mai. E’ un’illusione della nostra mente. L’Eden, il Paradiso è perduto, non c’è mai stato e non ci sarà mai più su questa vita.

Nella sua famosa preghiera Madre Teresa, visto che anche lei conosceva bene la cosa, diceva: “Gli uomini sono irragionevoli, illogici ed egoisti, amali lo stesso. Quando fai il bene, diranno che lo fai per motivi egoistici e per secondi fini, ma tu continua a farlo. Quando hai successo, ti fai dei falsi amici e dei veri nemici, ma tu continua ad averlo. La sincerità e la franchezza ti rendono vulnerabile, ma tu continua ad essere sincero e franco. Quel che hai costruito in anni di lavoro può andare distrutto in una notte, ma tu continua a costruire. Del tuo aiuto c’è realmente bisogno ma forse la gente ti attacca quando l’aiuti, tu però, aiutala ugualmente. Da’ al mondo il meglio di te, e ti tratteranno a pesci in faccia, ma tu continua a dare il meglio di te”.

“Quando fai qualcosa di buono hai contro tutti quelli che fanno la stessa cosa, tutti quelli che fanno il contrario, tutti quelli che non fanno niente”. Ma tu continua a farlo lo stesso.

Il guerriero dell’amore (com’era Gesù; Gesù era un samurai=servire; a servizio dell’amore) è un uomo che ha 1. Il coraggio per lottare per ciò che crede; 2. Ha tenacia; 3. È capace di rischiare; 4. Lotta per ciò che crede.

Gandhi diceva: “Il coraggio è il primo requisito della spiritualità”. Senza questa qualità l’amore e la ricerca della verità sono impossibili. “Io sono un uomo di pace. Credo nella pace. Ma non la voglio a tutti i costi. Non voglio il genere della pace che si trova nella pietra. Voglio la pace che è ospitata dal cuore dell’uomo che si espone alle frecce del mondo…”.

Rischio, lotta e coraggio-tenacia, non sono solo per le cose grandi ma è uno stile di vita di tutti i giorni: essere trasparenti e veri con gli altri invece di nasconderci dietro alle maschere e ai ruoli; prendere iniziative che altri non prendono, esporsi al pericolo di essere derisi, presi in giro o feriti; fare cose che altri non fanno o controcorrente; battersi per un’ingiustizia.

Rischio. Martin Luther King riceveva dalle 30 alle 40 telefonate e 25 lettere al giorno di minaccia di morte. Quando gli fu detto: “Ma sa che lei rischia di grosso?”. Lui rispose: “E’ meglio morire da vivi che vivere da morti”.

Un mafioso aveva iniziato a collaborare con Paolo Borsellino prima della strage in via D’Amelio. Quando fu minacciato dagli altri mafiosi, ritrattò tutto e non disse più nulla. Borsellino lo andò a trovare in carcere e gli disse: “Perché non dici più nulla?”. “Perché ho paura”. “Ma che uomo sei? E’ meglio morire una volta sola che tutti i giorni”. Dopo queste parole riprese a parlare.

Elias, 37 anni, era un uomo impegnato per la liberazione dei ragazzi dalla prigionia delle favelas. Un giorno gli squadroni della morte andarono a casa sua e lo uccisero. Sua madre quando lo vide sanguinante gli disse: “Te l’avevo detto, perché ti sei impicciato con quella gentaglia?”. “Mamma sono stato al mondo 37 anni e ho vissuto 37 anni. Sono stato felice di ciò che ho fatto. Lasciami andare!”. E così morì. Sono le ragioni del cuore che sono incomprensibili per la mente.

Tenacia. C’è un teologo che viene continuamente “richiamato” dall’autorità, fatto oggetto di attacchi stupidi e di scriteriata maldicenza. “Ma chi te lo fa fare a continuare?”. “Ciò che credo!”.

“Un uomo che non lotta per ciò che crede o non valgono le idee o non vale l’uomo”.

Quando un figlio adolescente entra “in guerra” con il padre (o i genitori), se non si “rimane”, se non si ha tenacia, il figlio non sperimenta il suo animus (=coraggio in latino). Cosa sta facendo il figlio? Sta tentando di imparare la dote della conflittualità, del difendersi, del far valere le proprie ragioni. Ok, d’accordo, non è piacevole per chi fa da “maestro”, ma se non c’è la capacità di tenere (=tenacia), verrà su o uno smidollato senza colonna vertebrale o un arrogante (uno che pensa che il mondo giri attorno a sé).

Lotta. In una classe c’è un ragazzo definito “iperattivo” e questo crea problemi. Sono successe alcune “cose” e allora si fa una riunione con i genitori. Alcuni propongono di “certificarlo” per toglierlo dalla classe ed eliminare così il problema. Ma come reagiscono gli altri?

Alcuni dicono: “Non è un problema nostro. Si arrangino gli insegnanti!” (pilatismo). Altri: “Io mi adeguo alla maggioranza” (conformismo). Alcuni genitori non dicono nulla neanche se interpellati per paura di esporsi (anguillismo). Altri: “Vedremo… faremo… magari…”: cercano cioè di salvare tutte le posizioni, di conciliare tutti e tutto (capracavolismo). Solo un genitore: “Io non ci sto! Se facciamo così lo “etichettiamo”. Io mi batterò perché non accada”.

Il guerriero è quello che dice: “Io non ci sto”. Non lo fa per “essere diverso dagli altri” o per “spirito di contrapposizione”, come certe persone che, per partito preso, sono sempre contrari. Lo fa perché ha dei valori e si batte per quei valori. D’altronde di fronte ai mostri interiori, di fronte alle tue paure, ai tuoi fantasmi interni, che farai?

Ad esempio: di fronte ad una tua paura (o blocco, ecc) puoi dire: “Non è vero!” (fuggi); “Non è così grave, passerà” (minimizzi); “Chissà che succeda qualcosa!” (ti deresponsabilizzi). Non ci vuole, coraggio, lotta per dire: “No, adesso la affronto e la guardo in faccia”? Ma se non hai la capacità di lottare, la tenacia di rimanere, la forza di sostenere il rischio della destabilizzazione, quando l’affronterai, dove vuoi andare?

 

Pensiero della settimana

 Chi non lotta per qualcosa è perché non tiene a nulla.