Le regole del Natale

Natale 2017

Lunedì 25 dICEMBRE 2017

Prima lettura: Is 9, 1-6 Salmo: 95  Seconda lettura: Tt 2, 11-14  Vangelo: Lc 2, 1-14


 

 

Buon Natale a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri cari. Quando parliamo di Natale, ci sono almeno tre livelli:

  1. C’è il Natale materiale, che non è negativo, anzi!, ma riguarda tutte “le cose” del Natale: l’albero, il presepe, il panettone, il pranzo, gli auguri, le telefonate, ecc.
  2. Poi c’è il Natale emotivo: riguarda tutte “le emozioni” prodotte dal Natale e dallo stare insieme in queste occasioni: il desiderio di stare con i familiari, la nostalgia di casa, le emozioni. A Natale, infatti, chi è solo è in difficoltà, è in crisi perché non vive questa dimensione “familiare, emotiva” che ti fa sentire parte di un gruppo, di qualcosa, che ti fa sentire amato.

Sia il Natale materiale che quello emotivo sono cose buone ma che non ci succeda di scambiare il Natale di Gesù con tutto questo. Tutto questo è contorno, il pacchettino, il nastrino, il fiocchettino e il biglietto. Ma il regalo, il Natale è un’altra cosa.

  1. Poi, infatti, c’è il Natale spirituale: è “il senso profondo” del Natale (e qui ogni giorno può essere Natale), è il Natale del Vangelo, che cosa vuol dire che Dio-Bambino nasca oggi 2018 in me. Questa è un’altra cosa e non molti sono disposti a scendere a questo livello perché indica un coinvolgimento personale.

 

Siamo all’aeroporto di Canton, in Cina. Due graziose hostess aiutano tutti i passeggeri a sistemarsi. Il decollo è prossimo e un membro dell’equipaggio chiude il pesante portello dell’aereo. Improvvisamente si vede un uomo arrivare di corsa; l’uomo bussa forte sul portellone. “Mi dispiace… è troppo tardi… dobbiamo partire”, urla l’hostess, tentando di farsi capire dall’oblò. Ma l’uomo insiste ancor più forte: “Doveva arrivare prima… adesso non si può più…” continua l’hostess.

Ma niente da fare, l’uomo insiste e continua a battere più forte che può. Anche se infastidita, siccome l’uomo non smette, l’hostess fa aprire il portello dell’aereo e l’uomo entra: “Ops… è il pilota!”.

Se possiamo non perdiamo l’essenza (l’essenziale) del Natale!

 

Allora chiediamoci: cos’è nell’essenza il Natale?

 

  1. PRIMA REGOLA: IL NATALE E’ CREATIVO, TRASFORMATIVO

 

Il Natale è un Bambino che viene, di nome Gesù. Dal punto di vista umano: dall’amore di Maria e di Giuseppe “nasce “ Gesù. Dal punto di vista divino: dall’amore di Dio per la Terra “nasce” Gesù.

L’amore, la Vita, il Natale, è creativo, trasformativo: crea cioè qualcosa che prima non c’era (Gesù).

Qual è il pericolo: non voler trasformarsi, non voler cambiare, rifiutare il divenire.

L’amore o crea un “bambino” o non è amore. Un figlio è l’amore tra un uomo e una donna (dovrebbe!). Un figlio è il segno dell’amore tra un uomo e una donna. Prima c’era questo bambino? No!

Per nascere questo bambino ha avuto bisogno di me? Sì. Ha avuto bisogno di te? Sì. Ma è oltre me e te.

E’ nato nello spazio tra me e te. Per questo quando si riempie tutto lo spazio, quando si è sempre presenti, quando si ama troppo (cioè soffocando o controllando) si uccide l’amore. Nello spazio al di fuori di me e di te (la donna per un po’ di tempo ha avuto l’illusione che fosse suo perché lo ha avuto “dentro di sé”) si è creato, materializzato, qualcosa che non è né me né te.

 

Non sono io, non sei tu: è il nostro “noi”, che è oltre me e oltre te. L’amore è lo spazio tra me e te, è il silenzio tra due note, è cioè il legame, la relazione, che unisce me e te, ma che è fuori noi. L’amore è ciò che c’è fra me e te: non in me, non in te, ma fra me e te. In questo senso l’amore vero è sempre sia spirituale che materiale: è un legame, un’energia, una connessione, un campo quantico che si materializza, la forza che ci lega.

 

L’amore è creativo: fa nascere qualcosa che va oltre a noi. L’amore (Natale, Dio, Vita) crea vita, perché l’amore è vitale e se l’amore non è vitale allora è mortale e la morte non è amore. Chi ama crea; chi ama “fa nascere” qualcosa (un figlio; un nuovo modo di vivere; un progetto; un corso, ecc); l’amore rimane vivo finché è creativo. Nell’amore 1+1 fa sempre 3!

 

Esercizio 1

Mettetevi davanti a qualcuno, seduti, di fronte, lasciate fuori pensieri e create silenzio. Dimenticatevi chi è quella persona e pensate alla persona che più amate. La persona che avete davanti, adesso, non è più quella persona ma chi voi amate. E adesso ditele: “Nn… (nome della persone che amate) voglio che tu divenga il meglio di te!, qualunque cosa voglia dire!”. Diteglielo almeno 3 volte. Fatelo guardandola negli occhi, senza fretta e senza aggiungere altre parole.

Solamente poi fate il cambio.

 

 

L’Amore (il Natale) è trasformarsi

 

In natura esistono circa un centinaio di elementi base (118, per ora): idrogeno, elio, potassio, calcio, carbonio, ferro, zolfo, cloro, platino, oro, ecc. Questi elementi sono instabili e tendono a legarsi fra di loro. Questo è meraviglioso perché ci ricorda come nell’universo ci sia una forza cosmica di attrazione, di aggregazione, di coesione che agisce sugli atomi, sulle cellule e su tutti gli organismi.

La radice org vuol dire proprio unire, entrare in relazione: org-anismo; org-anizzazione; org-ano; org-anico; org-asmo; (org-ia). Org rimanda al greco erg-on, azione, lavoro: la natura è attraversata fa questo lavoro di unione.

L’universo (l’andare verso-l’uno) vuole unirsi (essere uno).

Nell’amore il singolo entra in relazione: non è più solo. L’amore quindi porta a intessere relazioni, ad aprirsi, ad uscire fuori. L’amore è relazionarsi. L’amore ti porta fuori di te. La parola singolo viene da una radice latina sine che viene poi a sua volta da una sanscrita sa/sa-m che vuol dire unità, insieme. Siamo fatti per l’amore, siamo costruiti per entrare in relazione, per legarci.

 

Ma cosa succede quando un elemento entra in relazione con un altro elemento? Cosa succede quando un elemento si eccita e si lega con un altro? Gli atomi di idrogeno si uniscono a quelli dell’ossigeno e cosa fanno? L’acqua! Ci sono ancora l’idrogeno e l’ossigeno? Sì, ma non sono più loro, sono qualcosa di diverso. L’acqua è qualcosa di totalmente diverso dall’idrogeno e dall’ossigeno. E’ la loro unione, sono la loro unione.

Quando gli atomi di sodio si uniscono con quelli di cloro e cosa fanno? Il sale! Il sodio e il cloro sono sempre presenti? Sì. Ma adesso non ci sono più come entità singole: insieme hanno creato qualcosa di altro, si sono trasformati in qualcosa che è “oltre (di più, nuovo)” loro.

Allora: l’amore è trasformarsi insieme in qualcosa che non sono più io e non sei più tu: siamo noi.

L’amore, quello spirituale, ti trasforma in qualcosa di oltre da quello che sei.

 

Allora: quando io faccio, penso, divento, come te, non c’è vero amore. Nell’amore io non ti trasformo in te e neppure tu in me: ma io e te ci trasformiamo in un noi. Entrambi! Io non sarò più io e tu non sarai più tu. Si creerà qualcosa di diverso e di più. Saremo un nuovo elemento.

Quando si dice che l’amore è chimica: è vero!

Quindi l’amore non è perdersi nell’altro ma trasformarsi con l’altro.

 

 

 

  1. SECONDA REGOLA: IL NATALE E’ QUALCOSA DI NUOVO E DI INASPETTATO

 

  1. Il Natale è qualcosa di nuovo e di inaspettato. Si aspettavano il Messia ma mai si sarebbero aspettati Gesù. Infatti, Gesù li ha sconvolti: era troppo diverso, lontano, da quello che loro si aspettavano. Per questo quando Gesù è venuto non lo hanno accolto e lo hanno rifiutato. Perché? Perché avevano le loro idee in testa.

Quindi: il Natale, l’Amore, la Vita, è sempre sorprendente, è qualcosa che va aldilà di quello che tu ti aspetti. E’ oltre. E’ di più!

Qual è il pericolo: l’aspettativa, l’abitudine, il solito.

 

Il “figlio” (qualunque cosa sia) prima non c’era: è qualcosa di totalmente nuovo. Un figlio è il nuovo: l’amore tra me e te ha prodotto questa nascita, questo “noi”che è al di fuori di noi. Non sono io, non sei tu, è qualcosa che prima non c’era e che ora c’è. E’ qualcosa che va oltre di noi, che ha una sua vita, una sua strada, un suo percorso, sul quale noi non abbiamo potere.

Questo bambino è il “nuovo” (frutto del nostro amore) che è nato da me e da te. Forse avevamo un’idea in testa, un progetto; forse abbiamo pensato e fatto dei progetti, ci siamo fatti delle immagini, abbiamo fantasticato su di lui, su come sarà, che occhi avrà, se sarà maschio o femmina, ma in ogni caso lui è “oltre” a tutto questo, lui è “Nuovo” e per questo è qualcosa di sorprendente.

L’amore è sempre sorprendente, e se non lo è non può essere amore, perché l’amore è qualcosa di nuovo che va oltre noi e ciò che noi avremmo pensato, stabilito, deciso. Se rimanesse in quello che noi abbiamo stabilito non sarebbe nuovo ma sarebbe una riproduzione di quello che già c’era nella nostra testa. L’amore, invece, poiché è un “nuovo” per chi lo crea, sorprende, lascia basiti, meravigliati, va oltre le nostre logiche e aspettative.

 

Lasciamoci sorprendere!…

 

Esercizio 2

Fermati e immagina come realtà: “Ti do tutti i soldi del mondo e tutto ciò che vuoi… (“Ci sei? Ti vedi, in questa situazione meravigliosa?”)”. Entra proprio per alcuni istanti in questa situazione e immaginati cosa compreresti, come vivresti, ecc.

Adesso che tutto questo… che lavori fai?”. Non ci pensare troppo, rispondi di getto!.

 

Questo è quello che devi fare nella vita. La nostra chiamata (che cosa dobbiamo fare nella vita) è quella cosa che faremo gratis.

 

 

Un nuovo amore o un amore nuovo?

 

Non si tratta spesso di avere un nuovo amore ma un amore nuovo.

Il nuovo amore accade perché poiché non siamo più in grado di produrre novità nel nostro amore, allora cambiamo “oggetto”, partner, solo che la nostra capacità di produrre “nuovo” rimane inalterata, cioè la stessa. Tu sei sempre tu. Tu non sei nuovo.

Un amore nuovo, invece, è la capacità di produrre “nuovo” nell’amore che già c’è, di essere qualcosa che prima non c’è mai stato, in un prima che però un tempo fu “nuovo” e questo prima diventa una stabilità, delle fondamenta, che danno spessore, sicurezza e forza al rapporto.

Un amore nuovo vuol dire “fare molti figli” (perché creativo) e “sposarsi molte volte” (perché io non sono più io e tu non sei più tu) perché è accogliere il futuro nuovo, il bambino Nuovo (cioè il Natale) che chiede di nascere in noi ogni anno.

Un amore nuovo mi fa nuovo. Accogliere un bambino cambia l’essere (e anche la vita!) di un padre e di una madre; mi costringe ad essere altro, nuovo, quello che ancora non sono. Da questo punto di vista, l’amore di un padre/madre per suo figlio è il dargli quello che ancora non è, ma che l’incontro con lui lo fa diventare.

Mio padre mai avrebbe rinunciato alle sue partite a carte, ma quando sono nato io mi ha “dato” questo suo hobby. Nell’amore per me mi ha donato quello che ancora non aveva, la rinuncia alla passione delle carte e il dono di stare con me. L’incontro con me lo ha fatto “nuovo”.

 

Fedeltà e tradimento nell’amore

 

Il problema della fedeltà dell’amore è di volere sempre lo “stesso” (partner) ma sempre “nuovo”, è di ripetere quello stesso atto creativo iniziale (innamoramento) ma sempre nuovo. Per cui da una parte è sempre lo stesso (=stessa persona) ma non è mai lo stesso (=non è ripetizione); dall’altra è sempre nuovo (=diverso, altro, oltre) e mai diverso (=perché sempre con il compagno).

Solo così può essere “per sempre” perché lo stesso (compagno; amore) non è mai lo stesso (sempre nuovo).

Così può rimanere vivo e vitale.

Così può rimanere amore.

La fedeltà finisce quando si cerca un nuovo compagno.

La fedeltà finisce quando si cerca sempre lo stesso amore.

Il tradimento è quando tu vuoi che l’altro sia sempre lo stesso.

L’amore è quando tu permetti all’altro di essere “altro” e tu lo incoraggi in questa strada.

 

 

  1. TERZA REGOLA: IL NATALE E’ QUALCOSA CHE HA BISOGNO DI SPAZIO

 

  1. Il Natale (l’Amore, Dio, la Vita) è qualcosa che ha bisogno di spazio. Pensate a cosa avviene nell’utero materno: un esserino, il feto, il bambino, qualcosa di nuovo e di inaspettato, si fa spazio dentro a questo sacchetto. Tant’è vero che le famose nausee sono nient’altro delle piccole crisi di rigetto perché “qualcosa di esterno” si è intrufolato dentro di noi. E questo ci dice, quanto sia difficoltoso amare!

Perché? Perché un figlio è altro da noi. Santo=altro: ecco il Principio di santità: tu sei altro/diverso da Me, che si oppone al Principio dell’egoismo: tu=devi essere come me (=niente di nuovo).

Gesù è una parola che vuol dire “Dio/Jahwè salva”. Jahwè=far spazio, aprire una via dove non c’è, creare uno spazio di salvezza.

 

Far spazio vuol dire che il Natale, l’Amore, la Vita, sono delle creature che chiedono di nascere in noi. Per questo hanno bisogno di libertà, cioè di poter divenire secondo il loro essere. Quindi far spazio implica il ritirarsi perché l’altro possa essere, divenire, crescere,

Il contrario è l’ego, l’egoismo, dove voglio esserci sempre e dappertutto “io”. L’amore, invece, non è dire “io” ma “tu”.

Qual è il pericolo: di controllare, di possedere, di decidere noi su di loro.

 

L’amore deve vivere della libertà (=tu sei con me ma non sei mio; con me non è mio!). Perché se tu sei mio allora ti possiedo, e quando si possiede una cosa non la si desidera più, non la si cerca più: già la si ha! Ciò che si ha non dev’essere cercato! Quindi, il desiderio, la ricerca di te, “la voglia di te”, il desiderio di uscire da me per incontrarci fuori di noi, accade solo nella libertà. Se tu non sei mia allora ti cerco, ti bramo, ti desidero. Ma quando tu sei mia (sicurezza) allora non ti desidero più.

La vera sicurezza dell’amore è l’insicurezza che non ti possiedo. L’amore vive di libertà.

 

Questo figlio è il nostro “noi” ma non è nostro. Noi non è nostro!

Il potere dell’amore è di essere un amore senza potere. Le cose le utilizziamo, le usiamo, perché sono nostre: decidiamo noi per loro. Ma nell’amore non c’è possesso: dove c’è possesso c’è sempre uso (cioè tu servi a me per qualcosa). L’amore, invece, fa nascere, cioè dà la vita e poi lascia che la vita divenga, cioè dà anche la vitalità. L’amore non possiede altrimenti userebbe per sé, in funzione sua, ciò che ha creato. L’amore vive della libertà.

 

E’ venuta una ragazza e mi ha detto: “Voglio trovarmi un uomo!”. “Va bene, ma perché vuoi trovarti un uomo?”. “Per essere amata!”. (Ecco il possesso). “Hai bisogno di un uomo per sentirti amata? Allora sei sua dipendente. Allora ti attaccherai a lui. Allora gli hai già tolto la libertà perché tu vuoi che lui ti ami”. Se vivi l’amore così, soffrirai tanto. “E quand’è che potrò trovare un uomo allora?”. “Quando potrai dire: “Sono qui per amarti! Sono qui per te! Sono qui per amarti: ti va?!”.

 

Esercizio 3

Mettetevi davanti a qualcuno, seduti, di fronte, lasciate fuori pensieri e create silenzio. Dimenticatevi chi è quella persona e pensate alla persona che più amate. La persona che avete davanti, adesso, non è più quella persona ma chi voi amate. E adesso ditele: “Nn… (nome della persone che amate) sono qui per amarti!” e ascoltatevi. Fatelo almeno 3 volte. Fatelo guardandola negli occhi, senza fretta e senza aggiungere altre parole.

Solamente poi fate il cambio.

 

 

  1. QUARTA REGOLA: IL NATALE E’ QUALCOSA CHE VUOLE ACCADERE IN ME

 

  1. Il Natale (l’Incarnazione=Dio in me) è qualcosa che vuole accadere in me.

Il Natale, l’Incarnazione (come anche la Vita e l’Amore), sono nulla se non accadono in me.

Qual è il pericolo? Non lasciarsi coinvolgere.

 

Dio viene ma non a casa degli altri, nelle vite degli altri o chissà dove lontano da noi: in India, in Siberia, in Australia. No, no, Dio viene da te: o gli apri o non se ne fa niente! Dio viene in te.

Credere in Dio è molto pratico e concreto. Se tu credi in Dio, che ti abita dentro, allora credi anche in te. Allora puoi credere di essere grande, di essere qui per uno scopo ben preciso e di dover lasciare un segno a questo mondo per farlo migliore. Chi ha Dio dentro non può essere “piccolo”.

E’ stato così per i pastori, per Giuseppe, per Maria, che non avevano nulla in più di me o di te: hanno solo creduto in sé. Perché credere in Dio è facile; è credere in sé che è difficile!. “Tu sei grande”, parola di Dio.

 

A New York un barbone comprò un biglietto di una lotteria e vinse qualcosa come un milione di dollari. Aveva sognato giorni e notti cosa avrebbe fatto in caso di vincita. Adesso aveva vinto. Controllato che il biglietto fosse proprio quello giusto, si disse: “E’ impossibile che sia toccato proprio a me”. E lo gettò via. Il biglietto fu preso dal vicino di casa che ritirò il premio e diede una parte al vero proprietario del biglietto.

La maestra chiede alla classe: “Ditemi una meraviglia che non c’era 1000 anni fa?”. Greta: “Il telefono!”, “Brava, Greta, il telefono non c’era 100 anni fa”. Luca: “La televisione, maestra!”; “Bravo, Luca, la televisione non c’era!”. Poi alza la mano anche Pierino: “Sì, Pierino, dimmi: Quale meraviglia non c’era 1000 anni fa?”. “Io, maestra!”.

Una storia racconta così: vi erano 3 fratelli: Jacopo Colombo, Gregorio Colombo e Cristoforo Colombo. Jacopo: “Chissà se c’è qualcosa di là” e passò la vita a pensare a cosa ci poteva essere oltre il mare. Il pensiero. Gregorio: “Forse c’è qualcosa, ma è troppo pericoloso andarci”. La paura. Cristoforo: “Cosa ci sia non lo so… andiamoci a vedere!”. Così scoprì l’America. L’azione.

 

Però si può sempre credere che non sia vero, che Lui non nasce in noi. Si può sempre credere che non siamo potenti, che siamo deboli, che “è difficile”, che “non è per me”. Perché è così bello raccontarsela… e poi crederci: è un modo fantastico per non fare nulla!

Sapete come fanno a legare un elefante? L’elefante ha la forza per spezzare qualsiasi corda e per sradicare ogni palo e albero. Eppure lo legano ad un palo e lui rimane attaccato lì. Com’è possibile? Semplice! Fin da piccolo la sua zampa viene legata ad un palo con una corda robusta. L’elefante è piccolo, la corda è forte e non riesce a liberarsi. Così l’elefante impara che la corda è inamovibile, onnipotente: da adulto ha questa credenza, quest’idea dentro di sé e così ogni volta che sentirà la corda intorno alla zampa crederà che quella corda sia onnipotente.

Non siamo noi quell’elefante? Non è che c’è stato insegnato che siamo deboli, impotenti? Non c’è stato detto di accontentarci? Non c’è stato detto che non si può? E’ vero che l’umanità va così e che non possiamo farci niente? E’ vero che noi non possiamo nulla? E’ proprio vero che non posso cambiare la mia vita? Chi l’ha detto?

 

Dei bambini giapponesi erano allergici ad un’edera velenosa. E, infatti, strofinata sul braccio l’edera, tutti i bambini manifestarono un’eruzione cutanea sul braccio strofinato, mentre sull’altro dove veniva strofinato una foglia simile non accadeva assolutamente niente. Solo che i bambini giapponesi non sapevano che erano state scambiate le etichette delle foglie: quindi, avevano avuto un’eruzione dalla foglia non tossica e non l’aveva avuta da quella tossica.

 

Vuoi credere che Dio è in te: “Tutto ti è possibile”. Chi l’avrebbe detto?! Eppure…

Vuoi credere che Dio non è in te: “Tutto sarà una buona scusa”. Come disse J.F.Kennedy: “Gli uomini vincenti trovano sempre una strada… i perdenti una scusa”.

 

Senti questa storia indiana: “Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi. Gli disse: “Figlio mio, la battaglia è fra due lupi che vivono dentro di noi. Uno è infelicità, paura, preoccupazione, rancore, senso di inferiorità. L’altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, verità, compassione”.

Il piccolo ci pensò un minuto e poi chiese: “Ma quale lupo vince?”. E l’anziano Cherokee rispose semplicemente: “Quello a cui dai da mangiare!”.

Virgilio: “Possono perché credono di potere”. E’ così! Dio è veramente in te e con te.

 

Esercizio 4

Prendi la mano della persona che hai davanti, guardala qualche secondo negli occhi e poi dille: “Io Nn (il tuo nome)… sono un creatura meravigliosa”. Diglielo con calma tre volte!

E poi fai cambio!

 

 

Pensiero della Settimana

 

“Ciò che non è nel vostro cuore, non è da nessuna parte in questo universo.

Se la felicità non è nel nostro cuore, non la troverete da nessun’altra parte.

Se l’amore non è nel vostro cuore, non lo troverete da nessun’altra parte.

L’amore comincia qui… (indicando il cuore); se comincia qui, non c’è fine.

Non è limitato dallo spazio, non è limitato dal tempo. Non c’è distanza”.